Peredonov, il demone meschino, Fëdor Sologub [Fazi editore, 2019]

Russia, fine Ottocento. Ardal’on Borisyč Peredonov è un uomo gretto, avido, cattivo, meschino: eppure tutte le donne lo vogliono sposare, perché è un buon partito, è insegnante di ginnasio.

Peredonov è vagamente infatuato di Marta, una ragazzetta che serve a casa di una sua conoscente: ma ci si potrà fidare? Rutilov prova a dargli in sposa una delle sue tre sorelle: la più giovane rischia di dissipare tutti i suoi averi, le altre sono civettuole oppure disinteressate. Ma più di tutte desidera accasarsi con lui la cugina Varvàra Dmìtrievna Malòšina: anche se non gli piace, Peredonov sa che nessuna può dargli quella familiarità, quella sicurezza e soprattutto quella promozione di carriera, da semplice insegnante ad ispettore, che Varvàra sta cercando di fargli ottenere intercedendo presso la principessa Volčànskaja di San Pietroburgo. Ma la promozione avverrà soltanto se Peredonov sposerà Varvàra perché la principessa intercede per un marito, non per un semplice fidanzato o convivente. Peredonov vive però tutte queste storie, o presunte tali, con un senso crescente di sconforto e paranoia: tutti sembrano cospirare contro di lui, nessuno sembra dire la verità. E poi quell’abitudine di prenderlo in giro, di ridere di lui. Non può sopportare tutti quegli affronti, quelle ipocrisie. Gli danno sicurezza le caramelle nella tasca, quelle caramelle che con pochi slanci di generosità dispensa a chi incontra, in momenti di buon umore. Finché un giorno, infilando la mano nella tasca, non trova neanche la carta. Cosa sarà di lui adesso?

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