Persone, numeri e cose: la responsabilità dei dati e la gestione delle Regioni

Le Regioni sono partite all’attacco, perché nei loro piani c’era l’idea che il governo dovesse decidere autonomamente le chiusure, imponendole alle regioni stesse che avrebbero così potuto individuare il capro espiatorio e avrebbero potuto anche protestare contro le ingiustizie delle chiusure volute “da Roma”. In fondo i governatori delle regioni sono eletti direttamente dai cittadini, il presidente del consiglio invece no!

Su questo tema (il piagnisteo delle regioni, che Pietro Calamandrei definiva dei “catafalchi” che rallentano ed intralciano lo Stato) ritengo molto adeguata e calzante l’analisi di Massimo Villone su Il Manifesto del 6 novembre, e aggiungo qualche considerazione in più.

Ritengo, infatti, che al netto delle difficoltà della gestione di una situazione di crisi pandemica alla quale nessuno era preparato, si debbano ben definire le responsabilità, secondo il dettato costituzionale.
Il nostro Paese ha un’impostazione sussidiaria, per cui dopo gli interventi dei comuni, delle province, delle città metropolitane e delle regioni, solo allora interviene lo stato.
Il titolo V infatti consegna diverse materie a competenze concorrenti fra Stato e Regioni e fra queste c’è proprio la “tutela della salute” (art.117 co.3 lett. g Cost.).
Data dunque una cornice generale che è disegnata dallo Stato (il famigerato semaforo che designa le regioni rosse, quelle arancioni, quelle gialle e quelle verdi [nessuna al momento!]), il dpcm del 3 novembre lascia alle regioni la gestione delle province e di ulteriori provvedimenti.

(comma inserito negli artt. 2 e 3 del dpcm 3 novembre 2020)

Sarà un caso, ma tutti i governatori di regioni rosse (ad alto rischio) e qualcuno delle regioni arancioni (medio alto), che fino al giorno prima chiedevano interventi più decisi, adesso siano ferme e non prendano decisioni.

Abbiamo un problema costituzionale e politico sulla funzione delle Regioni, che ci rimanda sicuramente ad una rilettura ed eventualmente di riscrittura del titolo V… ma l’altra soluzione potrebbe essere quella di cambiare dirigenti politici!, per evitare che modifichino in peggio il titolo V!


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