Confindustria, che vergogna!

Nel giro di poche ore prima con un presidente regionale dell’associazione Regionale (Guzzini) poi con il direttore de Il Sole24ore (Tamburini) ospite su Rai2 in una discussione sulle Pubbliche Amministrazioni (presente la Ministra Fabiana Dadone), Confindustria ha chiarito bene il suo punto di vista sulla pandemia da covid: il profitto del capitale prima di tutto, anche della salute.

Andiamo con ordine: Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Marche, ha affermato che in nome del profitto, è necessario tenere tutto aperto e scongiurare ogni lockdown anche parziale durante il periodo delle festività natalizie. Chiosando: “Se qualcuno morirà, pazienza”.

Capito il grave, gravissimo errore, ha fatto anche di peggio quando gli è toccato scusarsi, perché ha chiarito che sono cose che ha detto senza pensare. Insomma, il classico lapsus freudiano che mette a nudo la vera natura senza filtri di un rappresentante del gruppo dirigenziale di Confindustria, costretto oggi a dimettersi (ma possiamo stare tranquilli che sarà ricollocato e riciclato alla prossima occasione). Il profitto prima ancora della salute, altrui si intende, perché poi chi gestisce manda in prima linea gli altri, preferendo mantenere un posto di osservazione distaccato e distante dalla massa.

Ieri sera -16 dicembre- alla trasmissione TG2 Post il direttore dell’organo di stampa di Confindustria (il Sole24ore), Fabio Tamburini, ha innescato la miccia (sbagliata e populista) di una pubblica amministrazione che in questi mesi non ha “prodotto” nulla se non inefficienza ed a cui è stata garantita comunque la piena esigibilità dei contratti, senza neanche un minuto di cassa integrazione … Al di là della polemica sterile fra lavoro pubblico e lavoro privato, che è tema messo in campo ogni volta da chi punta il dito sull’ “altro” per nascondere la propria arrogante incapacità, è sbagliato reclamare la cassa integrazione per i dipendenti pubblici perché si arriverebbe ad un blocco o ad una riduzione di tutti i servizi pubblici (che in questi mesi sono stati sempre garantiti) e -soprattutto- verrebbero meno per lo Stato quegli introiti in tasse che garantiscono il pagamento della cassa integrazione dei lavoratori del privato e delle aziende in crisi.

C’è molta ignoranza in Confindustria, tanto più grande quanto è insipiente e supponente il gruppo dirigente di cui è composta.


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