Una pregiudiziale antifascista

Le vicende del sottosegretario Claudio Durigon e di Tomaso Montanari stanno tenendo banco, soprattutto fra i reazionari della stampa più blasonata, nell’intento finto-buonista di bacchettare gli uni e gli altri mostrando il lato più becero del politicamente corretto. Nulla di peggio che fare di tutta l’erba un fascio (citazione non a caso), quando invece di semplificare sono necessari dei distinguo che renderebbero più facile capire perché #iostoconmontanari

Bisognerebbe infatti ben distinguere fra apologia del fascismo e comunque idee fasciste, da una parte, e analisi storica, dall’altra.
Ovviamente gli squali dei quotidiani hanno lasciato il pesce piccolo (si fa per dire, Durigon), comunque coperto dal suo mentore Matteo Salvini, e si sono avventati su Montanari, abbandonato ufficialmente dalla sinistra che non conta [si legge in rete un solo comunicato convinto di Nicola Fratoianni per Sinistra Italiana, mentre il resto tace colpevolmente!], reo peraltro di rappresentare anche una parte di potere intoccabile, quello dei Rettori Universitari (per la verità in pectore, visto che la sua nomina sarà soltanto effettiva il prossimo ottobre), visto come il “rettore comunista”, che è “scivolato sulla giornata del ricordo”.
La stampa invece di attaccare chi voleva scippare la piazza a Falcone e Borsellino per intitolarla al fascistissimo fratello del Duce, Arnaldo Mussolini, si è gettata contro il “comunista” che voleva negare le foibe. Ultimo in ordine di tempo, in bella mostra sulla prima pagina de Il Corriere della Sera, Aldo Grasso:

Basta partire dal profilo twitter di Montanari per ricostruire tutta la vicenda con link e riferimenti cartacei:

(il tweet di Montanari)

Non voglio addentrarmi nel terreno, fin troppo piano, che chiarisce l’enorme differenza fra la Shoah e le Foibe, nessuna delle due da negare, entrambe da studiare, con i dovuti supporti storici ed i dovuti distinguo (magari partendo per le Foibe da un’accurata ricostruzione di Nicoletta Bourbaki per Internazionale), vorrei soltanto richiamare le conclusioni di un appassionato resoconto di Luca Casarotti per Jacobin Italia, là dove citando lo storico Andrea Giardina richiama come, in altri tempi, per qualunque cosa sarebbe stata necessaria una “pregiudiziale”:

«l’unica pregiudiziale, talmente ovvia da non essere  esternata, riguardava l’estrema destra»


La normale evoluzione di questa settimana sarebbe dovuto essere uno sdegno immediato nei confronti di Durigon e di chi lo difende (si veda Matteo Salvini, alleato di quella Giorgia Meloni, segretaria di Fratelli d’Italia, erede dunque del Movimento Sociale Italiano, che oggi è in posa su tutti i giornali con l’altro fascistissimo Orban, presidente omofobo sovranista nazionalista dell’Ungheria), invece è partita la caccia alle streghe comuniste.

Dovremmo cominciare ad applicare un passaporto antifascista a chi scrive, a chi pensa, a chi fa politica, a chi inquina il web, la stampa ed il perbenismo di turno: non sarebbe censura, ma rispetto della Costituzione.

*L‘immagine di copertina è presa da Jacobin Italia


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