Allucinazioni americane, di Roberto Calasso [Adelphi 2022]

Vertigo [La donna che visse due volte], del 1958, è il più inestricabile e meglio riuscito tra i film di Alfred Hitchcock ed è stato preceduto da un gemello, La finestra sul cortile [Rear Window], del 1954.

Le coincidenze fra i due capolavori sono tali da non poter far pensare ad una casualità: lo stesso protagonista, James Stewart, affiancato da una conturbante presenza femminile, una donna bellissima e bionda in entrambi i film, Kim Novak nel primo e Grace Kelly nel secondo; un limite oggettivo, un impedimento, per entrambi i protagonisti, ora l’acrofobia che porta alle vertigini in uno, ora la gamba ingessata nell’altro. C’è poi in comune il mistero di una morte e l’accanita caccia alla verità che coinvolge e stravolge il protagonista, in un lungo cammino di redenzione e trasformazione. I due film hanno poi sviluppo simili, ma molto differenti, se non contrapposti: tragico il finale di Vertigo, al termine di una serie di colpi di scena; riappacificante ne La finestra sul cortile

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