Ombre sullo Hudson, di Isaac B. Singer [Adelphi 2021]

Hertz Dovid Grein ama le donne: ama sua moglie Leah, ama l’amante Esther e adesso ama anche Anna, anzi Anna l’ha amata per tutta la vita, ma adesso sente che è il momento giusto per fuggire con lei. Hertz però è combattuto: da una parte l’amore, dall’altra la Torah, la tradizione ebraica, la vita virtuosa.

Ogni volta sembra sdoppiarsi: in casa non riesce a fare a meno di Leah, la donna perfetta, madre di sua figlia; fuori casa si trasforma e non riesce a trovare un la capacità di respingere le tentazioni, non riesce a rinunciare a quei piaceri, a quell’amore, a quella trasgressione. Ha bisogno di quella libertà perversa, fuori dalle regole granitiche della sua morale e della sua religione: non gli manca nulla, né una casa, né le letture, né l’intelligenza. Stavolta però non è uno scherzo da poco: anche Anna ha un marito e soprattutto ha un padre, Boris Makever, uomo ricco ed influente, con un appartamento nell’Upper West Side. Anna è vittima di un matrimonio infelice, tuttavia sa che se non sarà con Hertz la felicità, la felicità allora non esiste. In questo dilaniamento di sentimenti, pentimenti, passioni e ripensamenti Hertz consuma le sue giornate in cerca di quella via d’uscita che non gli compare nelle Scritture, che non gli compare nella sua noiosa vita quotidiana. Si tratta di distruggere tante vite, tante famiglie, tanti affetti per ritrovare se stesso. Su tutti grava il peso della giustizia divina, quel Dio che li ha salvati dall’Olocausto e li ha catapultati per una nuova vita da Varsavia a New York. Quel Dio che sembra non dare risposte. Sembra…

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