L’8 settembre 1943 cambia per sempre la vita del diciannovenne Antonio Desiderati: dopo l’annuncio di resa pronunciato dal generale Pietro Badoglio, l’anarchia regna sovrana nell’esercito italiano che si sparpaglia e comincia una propria guerra interna per capire da che lato continuare a combattere e se raggiungere i partigiani.
Pur senza aver un incarico ufficiale, il generale Enrico Caviglia prende in mano la situazione e prova a riorganizzare l’esercito, ma le truppe sono disorientate e faticano. In una di quelle giornate caotiche Antonio è preso, insieme ai suoi commilitoni, dai tedeschi che, dopo qualche giorno di stallo in rifugi di fortuna, caricano tutti i soldati italiani catturati su un treno lanciato fra l’Austria, la Polonia e la Germania. La fermata finale è Bremervorde, al freddo, a Nord, in un campo di detenzione divenuto tristemente famoso per la durezza con cui accoglieva i suoi ospiti. Inizia un lungo calvario per Antonio e per gli altri soldati, più volti richiamati a dover scegliere se rientrare a Salò al fianco di Mussolini, o se continuare a scontare la loro pena lontano da casa e dagli affetti. Antonio non ha dubbi e comincia la sua resistenza al regime fascista, da detenuto in un campo di concentramento…
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