Fascista è chi il fascista fa: e non può essere indifferente

Non è possibile, come vuole Matteo Renzi (intervista a L’Avvenire del 28 luglio), dividere Giorgia Meloni dal fascismo, semplificando col solito giochino che va combattuta nel merito delle sue proposte.

Il problema è proprio che le proposte di Giorgia Meloni sono specchio del pensiero di Giorgia Meloni, che non si riassume nel neutro “io sono Giorgia, sono una donna, sono cristiana…”.

L’apparentamento implicito ed esplicito di gruppi neofascisti (o probabilmente veterofascisti) al partito di Fratelli d’Italia, di cui Giorgia Meloni è presidente nazionale, è un fatto noto e dimostrato, prima ancora degli ultimi fatti di Terracina. Questo vuol dire che le politiche proposte dal partito di Giorgia Meloni sono state, sono e saranno politiche non solo di destra, ma fasciste: sull’immigrazione, sulla scuola pubblica, sullo stato sociale, sulla famiglia, sulla parità di diritto e sulle politiche di genere, sul reddito di cittadinanza, sull’Europa e sull’euro.

Ecco, votare Meloni significa votare un partito non a caso autarchico, antieuropeo, omofobo, classista, cioè, in una sola parola, fascista. Bisogna esserne consapevoli, così come deve essere chiaro che non significa sviare la critica dai contenuti quando si sottolinea il pericolo di deriva fascista nel voto a Giorgia Meloni ed a Fratelli d’Italia.


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