La rivincita di Capablanca, Fabio Stassi [Minimumfax 2008, 2015]

Mettiamola così: se vi aspettate di leggere un romanzo tanto avvincente su un campione degli scacchi come La teoria delle ombre, resterete delusi. Sarà per il protagonista, sarà per l’autore (Maurensig), la biografia romanzata degli ultimi giorni di vita di Aleksandr Alechin ha tutto un altro ritmo, un’altra tensione, attraversata dalla figura eccentrica del giocatore russo.

Al contrario Fabio Stassi dipinge con statico realismo il più “borghese” José Raúl Capablanca, cubano, rubacuori, signore della scacchiera lenta, che soffoca il suo avversario senza grandi colpi di genio, ma con una strategia avvolgente continua, con un incedere sontuoso e senza tregua.

Alechin, che gli sopravviverà quattro anni, morendo alla stessa età di cinquantaquattro anni, avendo giocato con lui quarantasette partite, con sette vittorie e sette sconfitte, scriverà di lui che con la sua morte abbiamo perduto un grande genio quale mai ci fu e mai più ci sarà.

Stassi rielabora varie vicende biografiche di Capablanca, venerato quasi come un dio degli scacchi, tracciandone un ritratto intimo e allo stesso tempo denso di umanità.

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