La lista degli stronzi, di John Niven [Einaudi 2020]

Quando hai da vivere 3 mesi, o bene che vada 6, a causa di un tumore che arriva ormai troppo tardi perché ci ha pensato la vita a sparigliare i tuoi calcoli, perché non hai più una famiglia, la tua esistenza è stata distrutta e proprio non hai nulla da perdere, tanto vale tirare fuori la lista degli stronzi con cui fare i conti prima di lasciare questo mondo.

Con quest’unico pensiero Frank Brill, ex direttore della “Gazzetta di Schilling”, Indiana, preleva i suoi risparmi e comincia il suo ultimo viaggio. Alle spalle ha tre mogli, di cui una morta per depressione e l’ultima uccisa da un balordo che è entrato nella scuola elementare Truman sparando come un folle: in quel delirio del nulla viene uccisa Pippa, insegnante e moglie di Frank, ma anche Adam, il secondo figlio. Olivia, la prima figlia, era morta invece qualche anno prima in una squallida stanza di motel, dopo un aborto andato male. Non ha tempo per cure, chemioterapie o palliativi: a Frank non resta che concentrarsi sulla sua lista di persone da eliminare, persone che hanno segnato con le loro azioni, nel piccolo privato e nel macro della politica di tutti i giorni, la sua vita; l’hanno stravolta, per questo è con loro che vuole fare i conti prima di lasciare questo mondo. Costi quel che costi. Frank non è un eroe e soprattutto non è un santo: ex alcolista, adultero compulsivo, aveva però trovato un suo equilibrio con Pippa ed il piccolo Adam; da quando non ci sono più, da quando anche il cancro ha deciso di rendergli la vita ancora più triste, non gli resta che quel fascicolo raccolto negli ultimi anni e riassunto in una lista di obiettivi da spuntare. Non gli resta che attraversare quell’ultima linea della legalità, mentre nella sua testa riecheggiano le parole del padre: “Guarda, Frankie, questa è l’America … questa è l’America, figliolo”…

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