L’albero della filosofia: un manifesto d’artista, dalle origini a oggi

“Tutta la filosofia è come un albero”, scandiva nel Seicento il buon Cartesio. E a questa massima devono essersi attenuti i curatori dell'”Albero della filosofia”, un manifesto d’artista disegnato da Emiliano Maggi e curato da Marco Filoni e Antonio Gnoli (entrambi giornalisti culturali con formazione filosofica: il primo al settimanale pagina99, il secondo da sempre firma di Repubblica). Pubblicato dall’editore Atlantide (come anche i due “alberi” precedenti, dedicati alla letteratura italiana e quella americana), si presenta come manifesto dalle dimensioni 70 cm per 100 e sarà presentato in anteprima a Roma sabato 10 dicembre durante la Fiera “Più libri più liberi”, alle ore 13, insieme al filosofo Giacomo Marramao.

Si tratta in definitiva di una sorta di “canone” che raccoglie quasi 250 opere della filosofia occidentale, dalle sue origini al 1999. E ritroviamo ovviamente i padri nobili di questa disciplina, dal pensiero greco delle origini che compare nelle radici (l’albero è composto da opere e, soltanto nelle sue radici, vi sono indicati i soli autori poiché questi non hanno lasciato scritti – allora come noto l’oralità era alla base della trasmissione dei saperi), sino agli autori che oggi andiamo ad ascoltare ai vari festival.

Come ogni selezione l’albero è frutto di una scelta, della decisione dei curatori di quali siano state le opere decisive e più importanti della storia. Naturalmente in questa scelta ha giocato un ruolo il gusto personale in equilibro con l’oggettività storiografia. Ecco allora che per il grande Aristotele i curatori hanno deciso di far figurare la Metafisica e non la sua Politica o l’Etica; andando verso l’alto spuntano poi i nomi poco noti di Al-Ghazali o quello di Al-Farabi con le loro opere. E più ci si avvicina al presente più ovviamente vien voglia di invocare il gioco delle assenze e delle presenze. Da opere ormai che nessuno legge più (per esempio Aden Arabia del francese Paul Nizan) sino ai cinici aforismi dello scrittore colombiano Nicolás Gómez Dávila; dal neuroscienziato Antonio Damasio col suo L’errore di Cartesio (un’opera che qualcuno potrebbe obiettare che compaia fra la “filosofia”) allo psicologo Julian Jaynes con il suo libro Il crollo bicamerale e l’origine della coscienza. Insomma, non mancheranno le sorprese.

 

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