
La sinagoga degli iconoclasti di J. R. Wilcock srotola una galleria di personaggi talmente assurdi che troverebbero tranquillamente un posto nella nostra vita quotidiana.

Finire di scrivere un romanzo comporta alcuni, non molti, piaceri, e uno di questi è cominciare a dimenticarlo, a ricordarlo come un sogno o un incubo i cui contorni vanno sfumando, per poter affrontare nuovi libri, nuovi giorni, senza la zavorra di tutto quello che con ogni probabilità avremmo potuto fare meglio e non abbiamo fatto