Il ministero dell’istruzione definisce il merito come distinzione fra studenti da avviare ai licei e studenti da avviare al lavoro. Con il solito metodo propagandistico.
Siamo ufficialmente passati dal Governo dei Migliori (Draghi) a quello dei Meritevoli (Meloni). Esemplificazione del concetto di merito in politica
Già Gramsci aveva compreso come l’origine sociale determina il destino scolastico, e che solo una riforma della società avrebbe potuto portare una scuola giusta
Merito di per sé è un valore neutro che assume significato e valenza in base agli indicatori di riferimento: per questo è una pericolosa arma politica volta a catalogare e discriminare.
Sarebbe bene abbandonare l’idea di “merito” se non abbiamo chiaro che il presupposto di base è eliminare le disuguaglianze di partenza e l’obiettivo ultimo non è selezionare un gruppo dirigente attraverso l’adesione ad una serie di nozioni, ma far crescere i futuri cittadini fornendo loro gli strumenti critici per leggere la realtà.
Parliamo di professionalità docente, ma non in campagna elettorale e sotto un ombrellone. Facciamolo con il rinnovo del contratto collettivo nazionale
Ammettiamo la sconfitta della società patriarcale e apriamoci davvero ad una società di capaci. Ci vuole una donna al Quirinale, scelta per merito e competenza, non per etichette e accordicchi. Il vero cambiamento di paradigma è nel riconoscere il merito e la competenza della persona, a prescindere dal sesso, dalla razza, dall’appartenenza politica. Ce la faremo?