Confermata l’abulia a centrocampo, la Juventus -senza Bonucci, senza Di Maria, senza Pogba, senza Chiesa, dunque senza una buona fetta dell’ossatura della squadra titolare- mostra tutti i limiti organizzativi e propositivi. Per 45 minuti gioco lento e prevedibile, un fantasma.
La sveglia ad una squadra spenta e senza idee arriva solo nel secondo tempo, dopo l’uscita degli abulici Alex Sandro e McKennie, con l’ingresso di De Sciglio e Miretti, capaci di verticalizzare e attaccare l’uomo. Infine l’ingresso di Rovella, forse tardivo (dopo il 75′), ha dato maggiore quadratura ad un gioco che per tutto il primo tempo è stato molto inglese old-style (palla lunga e speriamo bene).
La Juventus aggancia il Milan fermato dall’Atalanta: tutte e tre appaiate dietro Inter e Napoli lanciatissimi e la sorprendente Roma che vince, senza stravincere.
Sabato (27 agosto) primo test match importante: la Juventus ospita la Roma e verifica lo stato dei lavori: la partita di stasera ha chiaramente indicato che la linea verde al momento rende più dei cosiddetti ‘titolari’ ancora arrugginiti ed in ritardo di preparazione (McKennie e Cuadrado su tutti). Serve aggredire il gioco avversario, e a tratti ci riesce pure, ma serve anche costruire il gioco.
Un reparto d’attacco basato su un uomo solo, per quanto fortissimo (Vlahovic), non è abbastanza: mancano geometrie e soprattutto strategie per superare difese corte e chiuse come quelle della Samp. Senza i guizzi di Di Maria e Chiesa, senza la ferocia di Pogba, è difficile.
Dal mercato deve arrivare soprattutto un attaccante da affiancare a Vlahovic, magari un terzino sinistro (De Sciglio a piede invertito funziona, ma oggi non ha proprio spinto: meglio di Alex Sandro, però è una magra consolazione).
In sintesi:
Difesa 6: buone le prestazioni di Perin e De Sciglio, attenti e reattivi; Bremer ombra di se stesso, con un paio di lisci pericolosissimmi [uno stampato sulla traversa grazie all’intervento dell’estremo bianconero su Loris]; per Rugani e Danilo ordinaria amministrazione, ma decisamente insufficienti in fase di impostazione e di attacco.
Centrocampo 5,5: Benissimo Miretti e Rovella quando sono entrati: hanno creato sovrapposizioni e dato una logica alla manovra d’attacco; benino Rabiot che si è visto negare il gol per fuorigioco dell’assist-man Vlahovic, ma ha svolto un importante ruolo di diga a centrocampo; decisamente insufficienti Locatelli e McKennie, incapaci di direzionare il gioco d’attacco della Juve.
Attacco 5: Vlahovic è fuori dal gioco e in fuorigioco, Kostic ancora un elemento esterno, anche se è sua una delle rare occasioni da rete della Juve (polpaccio destro al volo da destra a sinistra, ma facile preda di Audero); Cuadrado ha divorato un gol per egoismo e Kean sulla sinistra, invertito proprio con Kostic, ha prodotto qualche apprensione alla difesa blucerchiata.
Allenatore 5: insiste sui soliti, ma è ora di osare con i giovani centrocampisti che danno più verticalizzazioni e fluidità alla manovra.
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