È davvero un peccato che Vladislav Vančura sia uno scrittore così poco conosciuto in Italia. Eppure il suo stile, l’ironia delle sue pagine, la visione molto critica e disincantata della vita della primo dopo guerra – parliamo della prima guerra mondiale- sono un balsamo per il lettore.
letture
Vuoto d’amore
Amore e follia, in una poesia geniale e struggente di Alda Merini
La ragione contro il potere, di Noam Chomsky e Jean Bricmont [Ponte delle grazie, 2019]
Ancora una volta, Chomsky è limpidissimo nell’illustrare le proprie posizioni: quelle di un intellettuale «rivoluzionario» che, come scrive l’intervistatore Jean Bricmont nella prefazione, «non ha dalla sua che l’arma della ragione; non possiede un esercito, uno Stato, la polizia o i tribunali. […] Non che Chomsky creda ingenuamente nella forza della ragione; ma essa è tutto ciò che abbiamo».
Un giorno senza sera, di Roberto Pazzi [La Nave di Teseo, 2020]
Più che una raccolta di poesie è un intero romanzo, scandito in capitoli, a rappresentare gli istanti più importanti, non importa se in senso cronologico, quanto in stretta connessione intima: sono occasioni che la vita gli ha messo davanti e che lui ha vissuto fino all’intimo della loro essenza, riveduta e plasmata secondo il suo sentire personale.
Il giorno mangia la notte, di Silvia Bottani [SEM 2020]
Il romanzo d’esordio di Silvia Bottani, giornalista milanese, è per molti versi convincente: le storie si svolgono e si avvolgono concentricamente in una Milano nera e quasi indifferente, che non è solo cornice, ma essenza stessa della narrazione: un universo di corpi, odori, sogni che si mescolano senza soluzione di continuità, senza pudore.
Il sentimento della letteratura, di Julio Cortazar [SUR 2020]
Obiettivo dei due saggi, pubblicati esclusivamente in formato ebook, dello scrittore argentino Julio Cortázar è quello di chiedersi e chiederci quali relazioni intrecciano letteratura, realtà, finzione e fantastico, quali relazioni ci sono fra essenza e apparenza. I due saggi, in modo differente ma complementare, interrogano l’autore e il lettore sulle modalità di percezione e lettura della realtà, che non si presenta mai in modo monolitico, ma con una serie di sfumature che non sempre siamo in grado di percepire.
Racconti, di Leonardo Sinisgalli [Mondadori 2020]
La raccolta dei Racconti segue un progetto di Mondadori iniziato nel 2019 con la pubblicazione di Furor Mathematicus e finalizzato alla riscoperta, necessaria, di un grande scrittore spesso dimenticato, Leonardo Sinisgalli. I racconti riproposti, a cura di Silvio Ramat, sono quelli delle raccolte Fiori pari, fiori dispari (1945), Belliboschi (1948) e Un disegno di Scipione e altri racconti (1975), che segnano in modo vivace e progressivo la commistione ed il passaggio dalla narrazione tradizionale, alla narrazione lirica, fatta di frasi, immagini e a tratti anche di poesia.
Tutte le poesie, di Leonardo Sinisgalli [Mondadori 2020]
Si tratta di un percorso attraverso le differenti tappe poetiche, ma soprattutto umane, del poeta lucano Sinisgalli, a partire dalle prime poesie stampate. Domina il paesaggio che si fa anima, che si fa mente e cuore, che si contamina con la prosa fra reale e immaginario. Nei suoi testi – intreccio di poesia, cultura e società – troviamo un intenso amore per la vita, un senso mistico di conciliazione con il mondo, una visione mistica ed estetica. Sinisgalli anima i suoi versi come le sue prose, arricchendole di trasparenti riferimenti intellettuali che sincronizzano canto e parlato, natura e tecnologia.
Il capofamiglia, di Ivy Compton-Burnett [Fazi 2020]
Alberto Arbasino aveva detto dei romanzi di Ivy Compton-Burnett che sono tutte sfaccettature di un’unica grande narrazione. Anche se questo – uscito per la prima volta nel 1935 – più che un romanzo, è un testo teatrale: il dialogo, a volte anche in modo molesto, occupa gran parte della narrazione, l’assorbe e la sovrasta.
Inventario di un cuore in allarme, di Lorenzo Marone [Einaudi 2020]
Con questo libro, Lorenzo Marone lascia per un attimo la strada sicura del romanzo per addentrarsi nella sperimentazione, per l’autore napoletano, del monologo interiore: non che i romanzi non fossero legati a doppio filo ad una certa analisi interiore, ma Marone abbandona l’alter ego dei suoi personaggi per calarsi completamente e spudoratamente in prima persona al centro della narrazione.