Anne-Marie per lungo tempo è stata per tutti “Anne-Marie la beltà”. Adesso è invecchiata, non ha più quello sguardo radioso della gioventù, di quando vestiva i panni di una Clitemnestra più giovane dei suoi stessi figli.

Questo perché Anne-Marie si è avvicinata molto giovane al mondo dello spettacolo, ritagliando foto di Brigitte Bardot incollate scrupolosamente sulle pareti della sua stanzetta di Saint- Sourd-en-Ger, un piccolo paesino del nord della Francia.
Intanto, sogna di recitare, come quegli attori della compagnia teatrale del suo paesino, illustri sconosciuti di cui lei ancora oggi ricorda tutti i nomi, la compagnia di Prosper Ginot.
Da bambina ha sempre avuto la vocazione del palcoscenico, anche se non sa definire neppure oggi cosa si può intendere per vocazione; e poi ha fatto tutta la gavetta, fino a calcare la scena a Parigi. Proprio a Parigi inizia il suo percorso dal basso, prendendosi cura di Kikine, all’anagrafe Corinna, la figlia della famosa attrice Giselle Fayolle, per gli amici Gigi. E Giselle per lei è Gigi, l’amica che la riconosce e l’abbraccia anche dopo tanti anni di distanza, l’amica con la quale ha condiviso il debutto, l’amica che ha sostenuto sempre e che continua a venerare: del resto Gigi si ricorda benissimo degli sforzi di Anne-Marie, del suo affetto, della sua lealtà. Al suo funerale, Anne-Marie racconta a chi ha chiesto di intervistarla tutti i pettegolezzi di una vita su e giù dal palcoscenico, intrecciata con la vita privata che condivide con un marito ordinario, di cui adora l’ordinarietà, ed un figlio che tende ormai a trattarla come una povera vecchia. Ma Anne-Marie è stata, è ancora e resterà per sempre “Anne-Marie la beltà”…
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