La gamba sinistra, di Theodore F. Powys [Adelphi, 2019]

A Madder di Dio, piccolo villaggio inglese, Mew il Fattore vuole accaparrarsi tutto: «Vivere per lui significava prendere, o meglio acquistare potere su tutto ciò che desiderava sino a farlo completamente suo». Per questo si prende tranquillamente, e brutalmente, anche le ragazze, con la forza. E prende anche le case e le mandrie altrui. Il Fattore non ha neppure remore a comprare direttamente le persone, come se fossero oggetti, come gli Squibb coi loro nove figli, suoi dipendenti per le tre sterline quindici scellini e sei pence che debbono al droghiere decidono che la loro libertà ha un prezzo.

Mew il Fattore apre la borsa e ringrazia. Miss Ann Patch raccoglie i funghi e schiaccia blatte con il piacere che altri riservano al sesso; è anche una dei pochi abitanti di Madder a resistere alle richieste di Mew il Fattore. Questo prima di finire incornata da un toro. E una vittima è anche il povero James Gillet che da possidente si ritrova a vivere nel fienile dopo aver incontrato sulla sua strada prima Dio e poi la rovina nella forma di Mew il Fattore, che non pago gli disonora pure la figlia Mary. Poi c’è la vedova allegra Mrs Minnie Cuddy, che sporgendosi dai cancelli calamita l’attenzione di tutta la popolazione maschile di Madder. Fra i molti pretendenti – tutti ammogliati – sarà il falegname John Soper a farla sua. Anche Tom il Matto corre dietro alle sottane e le ragazzine del villaggio lo scherniscono e lo provocano, lo attirano nel fieno per scoprire i rispettivi segreti, egualmente curiose e repulse. E Jar, dov’è finito Padre Jar? Arriverà al momento opportuno per ripristinare l’ordine…

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