La crisi del Coronavirus sta opprimendo la vita di tutti noi, particolarmente i più fragili e deboli. Anni e anni di politiche neoliberiste e di tagli allo Stato sociale hanno reso molto più difficile mettere a punto la resistenza all’emergenza sanitaria e lo stato degli ospedali lo dimostra ampiamente.
La paura è diventata l’elemento dominante delle nostre vite e nella paura si sono allentati i legami sociali e politici e la nostra stessa capacità di affrontare questa emergenza con lucidità e visione collettiva.
Non possiamo permettere che all’emergenza sanitaria si sommi una devastante emergenza sociale e lavorativa. Servono misure emergenziali e servono ora:
- utilizzare gli strumenti esistenti estendendo a tutti e tutte coloro che si fermeranno dal lavoro una cassa integrazione in deroga, senza vincoli di sorta, che protegga il posto di lavoro e garantisca il reddito;
- garantire la totale fruibilità degli ammortizzatori sociali come Naspi, Dis.Coll e gli assegni ordinari dei Fondi di solidarietà;
- un monte ore di ferie straordinarie, pagate con risorse pubbliche, per i lavoratori che intendano usufruirne senza la sciagurata raccomandazione di assegnare ai lavoratori oggi le ferie di riposo che normalmente spettano;
- se tali misure non bastano estendere il reddito di cittadinanza, un «reddito da quarantena», a coloro che verranno colpiti dalla crisi;
- bloccare licenziamenti e mancati rinnovi contrattuali fino al termine dell’emergenza;
- garantire continuità di reddito ai lavoratori free lance che non possono lavorare;
- bloccare rate mutui e affitti per chi non può lavorare;
- garantire il diritto di cittadinanza ai migranti che rischiano di perdere il diritto di soggiorno con la perdita del posto di lavoro;
- assicurare un congedo parentale retribuito al 100% per chi ha figli minori fino a 14 anni e senza limiti d’età per chi ha figli disabili per l’intero periodo di quarantena;
- garantire l’effettivo blocco della produzione per motivi di sicurezza a eccezione dei gangli vitali e degli approvvigionamenti essenziali a partire dalla filiera alimentare;
- rigida e assoluta dotazione di tutte le protezioni necessarie per coloro che resteranno al lavoro con un piano di ispezioni a tappeto, tra cui ovviamente i lavoratori e lavoratrici del sistema sanitario;
- provvedere fin d’ora a un piano di rifinanziamento del Servizio sanitario nazionale per rimettere lo stato sociale al centro delle priorità politiche;
- mettere in campo da subito un piano straordinario per garantire nuova e buona occupazione e un rilancio dell’economia appena l’emergenza sarà finita.
- in tal senso moratoria immediata su tutti i parametri dell’Unione monetaria al di là di piccoli aggiustamenti dettati dalla flessibilità o dalle pallide politiche di sostegno della Banca centrale europea;
Ci sarà tempo per fare il bilancio di una crisi che oggi appare ancora senza sbocco.
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