Coesione sociale e il vulnus Renato Brunetta

COESIONE SOCIALE è stato l’appello che ha accompagnato la formazione del Governo Draghi, quello stesso appello che è stato ampiamente ascoltato da tutti i partiti, sicuramente per interessi personalistici prima ancora che per responsabilità sociale: bisognava salire sul carro di Draghi adesso, ad ogni costo.

Ora di fronte alla scelta di Renato Brunetta come Ministro della Pubblica Amministrazione il mandato è stato nettamente disatteso: che c’azzecca il “Fantuttone” vessatore degli statali (a suo dire “fannulloni”) e capace soltanto di impoverire la Pubblica Amministrazione spingendola in un clima di sfiducia e controllo con un governo che miri alla “coesione sociale”?

Rappresenta quanto di più antitetico ai concetti di coesione, innovazione, investimenti nella partecipazione per gestire la transizione digitale e organizzativa in modo democratico e partecipato.
“Rappresenta in assoluto il Ministro che ha generato CONFLITTO sociale, è intervenuto delegittimando la funzione sociale del VALORE PUBBLICO, ha bloccato la CONTRATTAZIONE accanendosi in particolare a limitare la contrattazione decentrata, ha sottratto l’organizzazione del lavoro all’autonomia delle parti aumentando le misure orientate alla logica PUNITIVA di dipendenti e dirigenti, ha usato leve come la PRODUTTIVITA’ in una logica PUNITIVA, la FORMAZIONE come benefit e non come DIRITTO del lavoratore all’aggiornamento costante, ha favorito ESTERNALIZZAZIONI e PRECARIATO per privatizzare spazi di mercato di servizi essenziali e fare dumping con le condizioni di lavoro del settore pubblico, non si è mai preoccupato della SICUREZZA sul lavoro ma ha ridimensionato diritti come il trattamento della MALATTIA.
Non è veramente comprensibile questa scelta se l’obiettivo del paese è una pubblica amministrazione più efficiente, efficace e vicina ai cittadini, innovata e digitale. Non è credibile pensare che anziché investire sulla partecipazione dei lavoratori, anche chiedendo un apporto maggiore in una fase difficile, si scelga l’emblema della lesione della DIGNITA’ del mondo pubblico, mortificato da etichette ingenerose, delegittimato nella sua funzione di garanzia dei diritti Costituzionali, scatenando la rabbia dell’opinione pubblica contro i lavoratori con l’intento di favorire la privatizzazione dei servizi pubblici nei Governi più neoliberisti che hanno governato il Paese” (Serena Sorrentino, segretaria generale FP CGIL)

E non possiamo che essere d’accordo!

Rispondi