Il libro di Gerry Mottis, naturale continuazione dell’altro lavoro intitolato Terre bruciate, ambientato sempre nelle valli alpine della Svizzera fra Mesalcina e Roveredo, ma qualche anno prima, fra il 1612 ed il 1614, è un romanzo storico incentrato, come si vede dal titolo, sulla storia di una donna tacciata di essere una strega e sul suo boia.
Bellissimo romanzo d’esordio di Emanuele Termini, giornalista e saggista, che intreccia l’inchiesta sulle orme (non a caso il libro è pubblicato dalla casa editrice Exòrma!) del giovane Stalin con la più oscura censura giornalistica che ha reso quest’episodio ancora più misterioso.
Jacopo vive a Venezia, gioca a pallacanestro e ha due genitori che litigano senza mai lasciarsi. Frequenta il primo anno del liceo e tra tutti i professori ce n’è uno che gli sembra diverso dagli altri: si chiama Corradini e insegna lettere. Con lui sente di poter esprimere quella parte di sé che non riesce a venire fuori con i suoi genitori, con i quali il dialogo è oramai azzerato, ma lo schema della scuola, del rapporto alunno-insegnante comunque prevale e quindi non se la sente di lasciarsi andare.