Domenica Matta, di Gerry Mottis [Cappelli Editore 2021]

Venezia, 1615. Kasper Abadeus è un Ministro della Giustizia, in poche parole un boia. Il suo lavoro, temuto e rispettato, è quello di torturare i presunti colpevoli durante i processi e fare in modo di farli ammettere i loro crimini: c’è di tutto fra le sue vittime, dai ladri, agli assassini, agli stupratori, soprattutto stregoni e streghe.

La sua fama nel Comungrande di Mesolcina però è caduta in malora, da quando ha abbandonato il suo mestiere per non giustiziare Saphira, una guaritrice sospettata di stregoneria: l’ama, non può ucciderla, nonostante abbia abortito il suo unico figlio. A quel punto ha riscattato la figlia della strega, Diana, abbandonata anni prima in un convento, ed è scappato via, cercando miglior fortuna a Venezia. Nella Repubblica della Serenissima, si mette subito in mostra guadagnandosi la stima di un Consigliere che gli trova un lavoro nell’Arsenale a costruire barche e poi lo restituisce al suo lavoro originario di boia, di giustiziere. Ma, come gli aveva sempre detto suo padre, anche lui Ministro di Giustizia, non si può fuggire al proprio destino e così, di fronte alle insistenze della figlia adottiva, decide di ritornare nella terra delle Tre Leghe per capire se davvero Saphira è morta. Non sarà facile riconquistare la fiducia dei suoi precedenti compaesani, ma proprio in quei giorni mancava un boia capace di far ammettere le loro colpe a tre donne, tre presunte streghe, che avevano partecipato ad un rito, al gioco del Berlotto, un sabba, stringendo un patto col Diavolo in persona. Sembra il momento giusto per Kasper, che accetta l’incarico per amore di sua figlia e per poter poi avere la possibilità di capire qual è stato il destino di Saphira. Ma qui c’è l’incontro con Domenica Matta, una donna che già ha vissuto la tortura da bambina: un caso più unico che raro…

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