“Abbiamo bisogno / di un luogo […] Amare è costruire un luogo, / cioè un pezzo di mondo / con un dio dentro”: possiamo cercare ovunque un posto dove realizzarci, ma nessun luogo può sostituire il paese delle nostre emozioni, delle nostre passioni. E soltanto lì, nell’amore in tutta la sua fisicità, c’è la quiete: “Il tuo corpo è l’unico posto / dove c’è spazio per noi due”. E’ un viaggio (“la nave / delle rose” ; “Fare entrare l’altro dagli occhi, / da un fianco, dal buco di una vocale”) oltre ogni tipo di confine (“Togliete i confini, / il filo spinato.”) da un corpo all’altro corpo (“La fiamma dei vivi / è la vicinanza”), un viaggio che sublima la fisicità stessa (“Il sesso non frequenta i quartieri a luci rosse”) verso la pace (“Tornare agli occhi, / allo sguardo / il tuo sguardo salvavita”).

Ma è un amore che scalpita (“Ero dentro la tela dei miei nervi, / sputavo l’aria, non la respiravo”) e trasborda vitalità. Anche se, l’amore vero, come la poesia vera, rappresenta un fallimento per il semplice fatto che tende a rendere lineare qualcosa che non lo è: “La poesia e l’amore / sono il nostro cadere più vero / nel mondo: / stiamo luccicando prima di spegnerci”. Anche la poesia, come l’amore, è un percorso, una continua ricerca: “Io non so che cosa sia l’amore. So cosa sono le intimità provvisorie”, tanto che si cerca di riscrivere “l’alfabeto sentimentale”…

Continua su Mangialibri


Rispondi

Sarai avvisato quando saranno attivi nuovi contenuti.
Attenzione: riceverai una mail per la conferma (eventualmente controllare anche lo spam). La newsletter è gestita con MailChimp.
%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: