I diritti negati dai farabutti

Non c’è solo la Scuola a distanza. C’è qualcosa di più grave, di più forte, di più inconcepibile: morire a scuola.
In Camerun (Kumba) e in Afghanistan (Kabul) , per ragioni ideologiche e rivendicazioni politico-religiose, non c’è stata nessuna remora ad entrare nelle aule scolastiche e sparare sui bambini/ragazzi: è la negazione dell’umano far sfociare degli scontri ideologici e politici su ‘esseri inermi’, che pagano colpe non loro.

Rientra in una logica da animali (lo spoiling system dei babbuini o dei leoni) quello di annientare il futuro di un avversario colpendone la progenie. Ma soprattutto è in una logica da vigliacchi senza scrupoli riversare piombo su bambini (in Camerun sono morti bambini di 7 anni!) o su poveri ragazzi che stanno progettando per loro e per la loro famiglia un futuro diverso, un futuro migliore.

Non c’è ideologia che possa giustificare, non ci sono religioni che possono ammetterlo, non c’è senso umano che possa prevedere questo tipo di rivendicazioni.

Guardiamo con attenzione la foto dell’aula di Kumba: tracce di sangue, sandali spaiati, banchi spostati non dall’esuberanza di piccoli uomini che giocano fra loro, ma dalla piccolezza di codardi che cercano di stanare una preda …

Stampiamoci quella foto nella mente, come abbiamo fatto con Beslan, come abbiamo fatto tutte le volte che un in-umano ha fatto irruzione nell’infanzia di un bambino, nei sogni di un adolescente, per strapparlo alla sua vita in nome del niente.

Non ci sono tante parole, se non una: “vergogna!”


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