Esportiamo la democrazia negli Stati Uniti

La pagina di storia scritta ieri da Donald Trump, presidente uscente, e i suoi gruppi di supporto è delle più nere non solo degli Stati Uniti, ma della storia della democrazia in generale.
La responsabilità è tutta del presidente uscente che, in difficoltà fin dalla campagna elettorale della sua elezione basata su fango ed inciuci, per nascondere una legislatura tutta ombre senza luci (si pensi soltanto alla gestione della pandemia da Covid che fa degli USA uno degli stati più colpiti per negligenza organizzativa), ha sovvertito le normale regole della democrazia, brandendo la clava del populismo di bassa lega per ergersi a paladino di una libertà che egli stesso sta mettendo a serio rischio.

Incitare ai brogli, alla rivolta armata (patetico il tweet di Giorgia Meloni, davvero sintomo di una ideologia pericolosa: per fortuna gli altri nostri sovranisti hanno taciuto) non è degno di un presidente che vuole ergersi paladino della giustizia, della libertà e della democrazia.

Di questo pagherà sicuramente le conseguenze Joe Biden, futuro presidente, perché in questi giorni è emersa prepotente l’anima di un’America profondamente ignorante e razzista (ma avete visto la forza dell’ordine? tutti hanno sottolineato il diverso atteggiamento nel contrastare afroamericani e manifestanti di Black Lives Matter, rispetto al ‘vichingo’ sciamano a cui è stato permesso con la sua orda di barbari di entrare nel Congresso), rissosa e corrotta.
Purtroppo Donald Trump è soltanto la punta di un iceberg che rivela un’America ancora tribale, che fa del possesso delle armi una dottrina politica, che capisce ancora soltanto la supremazia della razza bianca, e nella razza bianca dell’uomo-maschio bianco.
La comunità internazionale, l’ONU stessa, non può non tenerne conto.
Anzi, l’America avrebbe dovuto vivere l’umiliazione di altri Paesi africani, balcanici o sudamericani che ricevono normalmente la visita dei caschi blu in occasione delle elezioni politiche per garantire l’ordine che questo governo Trump non ha mai garantito.

(una riflessione di Barak Obama)

Le disuguaglianze che prima erano latenti sono esplose in questi mesi, per colpa di un presidente guerrafondaio e qualunquista, sessista e razzista.

Vista la prova di (in)civiltà dimostrata in questi mesi, è chiaro che gli Stati Uniti non possono più -semmai avessero potuto prima- farsi paladini di una democrazia da esportare in altri Paesi a loro dire meno democratici, anzi dovrebbero a questo punto richiedere ad altri qualche lezione di ripasso.


Rispondi