Alla base del rapporto fra il cittadino e lo Stato dovrebbero esserci fiducia e trasparenza: le leggi, le disposizioni, le indicazioni, i pareri, le campagne dovrebbero tutte essere improntate su informazioni e disposizioni a vantaggio dell’intera comunità, accompagnate da coerenza, solidarietà e giustizia.
L’esatto contrario di quanto sta accadendo con il green pass, il passaporto verde che dovrebbe permettere a tutti un ritorno alla normalità (lo ha detto Mario Draghi, in qualità di presidente del consiglio, lo ha ripetuto Roberto Speranza, in qualità di ministro della Salute).
Sono tante le contraddizioni che si addensano intorno a questo strumento politico:
– la durata del greenpass: prima era di 6 mesi, poi di 9 mesi adesso si passa a 12 mesi. Il Governo dovrebbe chiarire e mostrare con basi ed argomentazioni scientifiche se quest’operazione è legata all’efficacia del vaccino o se è dettata invece da opportunismo (scadono infatti le vaccinazioni del personale sanitario in un momento in cui la campagna per le vaccinazioni è orientata verso la copertura delle fasce dei più giovani e dei più anziani). In sostanza, la durata della copertura vaccinale è dovuta al fatto che abbiamo sviluppato gli anticorpi o no? Le evidenze di Israele e degli Stati Uniti che stanno correndo alla terza dose di vaccino (Pfizer) con alti picchi di contagiati fra i vaccinati sembrerebbero dire il contrario ed alimentano ancora di più i dubbi sulla reale efficacia del vaccino. Che si tratti soltanto di un’operazione di mercato legata a BigPharma?
– tamponi ai vaccinati: proprio da questo punto (efficacia dei vaccini) sorgono altri dubbi. Come mai il Governo, che prevede l’alternativa vaccino o tampone per il greenpass e che vede nella vaccinazione di massa (che però non impone per legge) la soluzione per il ritorno alla normalità, al G20 “Women’s Empowerment”, a giornalisti e altri ha richiesto un tampone negativo, a prescindere dal greenpass? E’ evidente che una simile incoerenza genera molti dubbi fra i cittadini, ovvero non si capisce perché se il vaccino è efficace allora per stare più sicuri bisogna prevedere COMUNQUE un tampone.
Chi scrive sostiene da settimane che l’unico strumento sicuro per monitorare l’andamento del virus e quindi definire la sicurezza di un luogo è sottoporre tutti a tamponi! Proprio perché chi è vaccinato può contagiarsi e contagiare. Coi fatti, il Governo dimostra che è così, che il solo vaccino non rende immuni. E siamo alla seconda evidenza.
– tamponi salivari e naso-faringei: nella disposizione del DL 111/21 che impone il greenpass non si fa distinzione fra i due tipi di tamponi, si dà per scontato che siano quelli naso-faringei. E si rilascia il greenpass soltanto a chi, non vaccinato, si è sottoposto a tampone naso-faringeo. Nel frattempo nelle scuole, dove per il personale diventa obbligatorio il passaporto verde, si procede allo screening degli studenti con il tampone salivare. Sorge spontanea una domanda, almeno una: l’affidabilità di questi tamponi è valida solo dai 18 anni in giù? Evidentemente sì, altrimenti non si spiegherebbero gli irrigidimenti sul tampone naso-faringeo (metodo altamente invasivo!) nei confronti degli adulti. O forse è un modo, subdolo, per costringere alla vaccinazione?
– iniquità: ho già segnalato più volte che il greenpass è discriminatorio e applicato ancora peggio, bisognerebbe capire perché il Governo ed i Parlamentari non danno il buon esempio e non si vaccinano tutti! Su questi tutti d’accordo: in Parlamento, nei Ministeri, al Quirinale, a Palazzo Chigi, a vi XX Settembre etc., dove lavorano anche migliaia di persone, molte pendolari, molte direttamente in arrivo dagli autobus affollati del mattino, non c’è obbligo di greenpass. O sono martiri, o sono paraculi … e intanto nelle mense aziendali i non vaccinati sono esclusi, dalle scuole i non vaccinati sono sospesi dal lavoro: in Parlamento invece i non vaccinati possono lavorare tranquillamente.
Serve trasparenza circa le evidenze scientifiche su cui si basa il parere e il livello di protezione residua da vaccino reputato idoneo a garantire sicurezza: questo comportamento schizofrenico e discriminatorio induce confusione e sospetti che ci sia altro dietro, ci siano cose non dette o non dimostrabili assunte come dogmi.
Il patto di fiducia è fortemente compromesso.