La crisi colpisce anche di sabato, di Christophe Palomar [Ponte alle Grazie 2021]

Adriano ha freddo, in quella stagione che ad autunno ricorda ancora l’estate, ma già preannuncia l’inverno. Sul balcone di casa guarda fuori e gli sembra quasi di poter abbracciare il suo quartiere, il Testaccio, quel posto magico dove si riversa un mondo di persone ed affetti che gli permettono di andare avanti.

Fa il postino, non se la passerebbe nemmeno tanto male se non fosse per il recente divorzio con la moglie, una sequela legale di dispetti e dispettucci. La casa l’ha dovuta riscattare, anche se molti mobili sono stati spostati nell’altro appartamento, quello della ex moglie. A lui resta il condominio, resta il quartiere, resta il freddo. C’è poi una ressa di figure differenti, variopinte e vitali, tutte ugualmente assorte in quell’arte di sopravvivere che è ormai diventato un vivere diverso. Adriano ha freddo e poche speranze, soltanto tanta normalità, tanta quotidianità: Testaccio è il suo quartiere e il suo condominio diventa Roma, diventa la vita, la sua vita. Adriano ha poche speranze, giusto la sua riservatezza e quel nome appuntato fra le cose da non dimenticare, il contatto di una prostituta, che diventa il momento più intimo della sua esistenza, diventa un momento di interiorità senza uguali. C’è crisi, grande crisi, ma è sabato: e la crisi ormai non ha più rispetto, arriva anche di sabato. Adriano ha freddo, ma non per questo rinuncia ad una capatina sul balcone, per vedere la sua Testaccio…

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