Una camminata in montagna, fra i sentieri più deserti, nella nebbia, nella natura dischiude un universo di immagini che l’occhio può catturare, la mente può vivere in tutta la loro essenza: “Appaiono luoghi, momenti, stagioni, / qui sull’Appennino / in cui bisogna soltanto capitare / chiudere gli occhi e stare, / ancorati, in silenzio / finire il respiro, / essere parte di tutto / e benedire la propria vita”.
La vita che si popola di silenzi e di presenze che si possono vedere, ma sono soprattutto dentro ogni cosa che si incontra. Lì tutto è possibile: “io andavo / io dicevo/ io facevo / vi invito a non fare / a esitare / a tacere / a sentirvi minuti / inermi / precipitati / nell’ebbrezza improvvisa”. Il viaggio è di quelli che non hanno una meta fisica, ma un luogo mentale, una rinascita, come quella della natura: “l’alba sui pini è già ruotata / tieni vivo solo il sangue che fa visita al cuore / resta dritto / chiudi gli occhi / scrolla tutto / ancora / intenerisci / più leggero / e quando senti che tutto è finito / che quel male non c’era / che eri tu / che era tutto il tuo peso / allora è tempo di riaprire / lentamente / gli occhi / ora sei albero / pensa soltanto a rifiorire”…
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