Che Pasolini abbia letto direttamente Sade lo confessa lo stesso scrittore in una delle tante interviste e dichiarazioni necessarie per guidare il lettore e lo spettatore lungo la traiettoria poetica, e filosofica, che da Orgia, passa per Porcile ed infine arriva a Salò e Teorema.

Pasolini ha sempre fatto parlare il corpo, senza inibizioni, come atto di estrema ribellione al conformismo borghese: Sade e la Philosophie dans le budoir rappresentano dunque il giusto punto di partenza e di confronto per la sua lunga riflessione. Una riflessione che non è appiattita sulla pagina dei romanzi, ma si dipana nella drammaticità del teatro e del cinema, dove i corpi possono parlare e muoversi con naturalezza, anche al di fuori dei codici tradizionali. Una riflessione che cerca di spiegare il trinomio potere-dolore-eccitazione, che cerca di dare una forma all’animalità e la ferinità come tratto distintivo e naturale dell’uomo, che investiga il rapporto fra internamento e libertà. Nei corpi, nel lessico crudo dell’esperienza dei corpi, c’è il tentativo dell’uomo di affermare il suo potere sulla donna, ma anche della donna di soggiogare l’istinto dell’uomo. Orgia è un dramma per questo esemplare ed universale, con due soli protagonisti senza nome, qualificati semplicemente come Uomo e Donna, due corpi racchiusi in una scena e rappresentati nelle loro complicate dinamiche di possesso…

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