Il rumore delle onde che si avvolgono nella baia di La Concha, a San Sebastián, gli consegna l’impressione di dormire vicino ad un enorme animale che respira dolcemente nel buio: e questo gli piace.
Non capita spesso a Quirke di prendersi qualche giorno di vacanza, ancora meno di farlo con la moglie: già, perché anche il dottor Quirke ha una moglie e fare una vacanza è diventato un imperativo categorico. Il contesto è quello ideale anche per un brontolone incontentabile come Quirke: del resto, come ricordato da Evelyn, la moglie, “la Spagna del Nord è come l’Irlanda del Sud: piove sempre, è tutto verde e sono tutti cattolici”. Tutto sembra scorrere nella rilassante noia più totale, quando Quirke si taglia una mano per aprire un’ostrica e deve correre in ospedale. Mentre viene assistito e curato si imbatte in Angela Lawless, una bella ragazza. Dopo averla ben squadrato ha un sussulto: la ragazza poco distante da lui sembra proprio April Latimer, una amica di sua figlia. Non ci sarebbe nulla di strano se non fosse morta qualche anno prima uccisa dal fratello, poi suicidatosi. È una doccia fredda che non fa stare per nulla tranquillo l’anatomo patologo, che, per potersi godere il resto della vacanza, deve chiarire subito se si tratta di un equivoco o se il passato sta ritornando nella forma più sgradevole: chiama la figlia Phoebe chiedendo di raggiungerlo, dato che solo lei può fare luce su questo mistero. Ma Phoebe non viaggia sola: il sovrintendente Hackett l’affida all’ispettore Strafford, quell’angloirlandese protestante che viaggia con un orologio da taschino e gli Annali di Tacito sotto la giacca. Così, quella che doveva essere una vacanza, si trasforma nell’ennesima -forse definitiva – avventura del dottor Quirke…
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