Scuola: sottoscritta l’Ipotesi di CCNL Istruzione e ricerca per il triennio 2019-2021 (anticipo parte economica)

Facendo seguito all’impegno politico di ieri 10 novembre, oggi all’ARAN è stato sottoscritta l’ “Ipotesi di CCNL sui principali aspetti del trattamento economico del personale del comparto Istruzione e ricerca per il triennio 2019-2021“.

Il testo impegna il 95% delle risorse stanziate dalle leggi di Bilancio 2020-2021-2022 per il rinnovo dei contratti garantendo un aumento di 101 euro (+4,2%) lordi mensili di media per il personale docente, 81 euro (+4,7%) di media per il personale ATA. L’aumento comprende l’assorbimento del cosiddetto “elemento perequativo” nella base tabellare e l’aumento delle voci accessorie (RPD e CIA) e l’impegno di ulteriori 100 milioni di euro, aggiuntivi rispetto ai fondi già stanziati.
Gli arretrati saranno mediamente di 2.400 euro.
Tutto in busta paga a dicembre, come da accordo politico.

Di particolare importanza però è il rimando alla prosecuzione della trattativa, per determinare l’attribuzione dell’ulteriore 5% e soprattutto per la parte normativa: “Il negoziato, pertanto, proseguirà con riguardo agli ulteriori aspetti del trattamento economico e a tutte le materie oggetto della trattativa. (art. 2. co.1)”

Nella seconda sequenza sarà inoltre da trattare la quota stanziata per la valorizzazione docente ed ATA, somma al momento accantonata, e ogni altro tipo di accessorio che sarà eventualmente stanziato dalla prossima legge di Bilancio:

Il giorno 15 novembre riprenderà la trattativa per completare il CCNL 2019-2021 con riguardo alla parte normativa e all’utilizzo delle ulteriori risorse rese disponibili dall’Intesa col Ministero, in particolare i 300 milioni di euro per la valorizzazione professionale docenti e i 36,9 milioni per la revisione dei profili professionali del personale Ata.

(fonte: FLC CGIL)

Dunque si sottraggono tutte le cifre stanziate (e stanziabili in futuro) per il rinnovo economico del CCNL dalla disponibilità di un qualunque sistema premiale del merito, perché le parti convengono (vedi anche la dichiarazione congiunta finale)

Perché è un buon accordo?
– perché si sblocca una trattativa arenatasi da tempo con un anticipo cospicuo della disponibilità economica e soprattutto l’impegno a riprendere la trattativa sulla parte normativa (già da martedì 15 novembre);
– perché impegna il MIM (Ministero dell’Istruzione e del Merito) a reperire ulteriori risorse per una una tantum sul 2022 (i famigerati 100 milioni);
– perché tutti i fondi saranno impegnati per aumenti della parte tabellare (stipendio e accessorio fisso e continuativo), dunque si persegue l’obiettivo di innalzare i livelli salariali di tutto il personale scolastico.

Ma la trattativa non è finita!


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