Quella sciocchezza della graduatorie delle scuola

Puntuale come accade da diversi anni, oggi è stata messa online la nuova versione di Eduscopio, il portale a cura della Fondazione Giovanni Agnelli che registra ed elabora i dati delle scuole italiane con l’intento di fornire un contributo oggettivo (dicono!) all’orientamento in uscita ed in ingresso degli studenti.

Eduscopio classifica le scuole in base a diversi indici e indicatori:
– un indice che mette insieme la Media dei Voti e i Crediti Ottenuti dagli alunni normalizzati in una scala che va da 0 a 100, dando un peso pari al 50% ad ognuno dei due indicatori
– un indice, normalizzato per tenere conto del diverso grado difficoltà dei corsi di laurea e degli esami sostenuti, che ci dice qual è la media dei voti universitari ottenuti dagli studenti della scuola
– un indice, normalizzato per tenere conto del diverso grado difficoltà dei corsi di laurea, che ci dice quanti crediti universitari sono stati ottenuti dagli studenti della scuola in percentuale sui crediti previsti al primo anno di corso
– un indicatore che ci dice quanti studenti iscritti al primo anno in un determinata scuola hanno raggiunto senza bocciature il diploma 5 anni dopo. Se è alto, la scuola è molto inclusiva e gli studenti hanno avuto percorsi regolari. Se è basso, la scuola è molto selettiva e gli studenti sono incappati in bocciature e/o hanno abbandonato il corso di studi.

Tuttavia esiste un pregiudizio di fondo che determina la scelta: l’orientamento prevede fin dall’inizio una scrematura orientata in base all’obiettivo della scelta della scuola, ovvero se si desidera continuare gli studi all’università o entrare subito nel mondo del lavoro?
Nel secondo caso non è possibile, ma non si capisce perché, avere indicazioni sui Licei, ma si accede direttamente ad una selezione di scuole tecniche e professionali.

Si tratta di uno strumento oramai noto e figlio di una cultura cultura metricistica tipica delle società consumistiche, schiave della tirannia dei numeri.
Il vero danno però è la grancassa mediatica che si precipita subito a sparare sentenze su la “scuola migliore d’Italia” e così via discorrendo:

La verità è che l’appiattimento numerico impedisce di verificare quanto di positivo o di negativo si riesca a fare secondo altri indicatori, che non concepiscono il merito come un risultato, ma analizzano il percorso di crescita: per esempio il benessere scolastico, per esempio il grado di inclusività di una certa comunità educante o di un’altra. E così via.

La responsabilità di questo non è certo esclusiva di Eduscopio, ma della cultura ipocrita del merito che si concentra a volte sui dati delle prestazioni e non sulla qualità dell’intero percorso.
Si ignora cioè lo scopo per cui si va a Scuola e soprattutto la natura stessa della Scuola: insegnare a creare e coltivare relazioni, trovare un posto nella società, imparare ad essere cittadini, e non numeri.


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