Che cosa resta di noi, di Juri di Molfetta [Eris, 2020]

Patrizia ha deciso: ha fatto le valigie, preparato qualche scatolone, lo zaino del figlio Guido ed è pronta ad andare via. Mentre carica tutto sull’auto di Salvatore, le due mani si sfiorano impercettibilmente, tradendo una nuova speranza.

Patrizia ha mantenuto il posto di lavoro, si è legata al sindacato ed al Partito, e non solo, ed ora è pronta ad abbracciare una nuova vita, lontana dal marito, Stefano, che anziché crescere continua ad essere un ragazzino immaturo. Stefano, infatti, senza rendersene conto, ha abbracciato l’ala estrema della protesta ed era del tutto naturale che fosse il primo ad essere cassaintegrato. La fabbrica, che mangia uomini e caga macchine, non ha bisogno di teste calde come la sua: il suo posto è in curva, fra gli ultras. Lui, padre mancato, operaio mancato, non è in grado di badare al suo futuro né tantomeno a quello della sua famiglia. Guido sente questa separazione, ma vuole rimanere fuori dalle questioni dei suoi genitori, a lui basta stare al centro del campo da calcio, insieme agli amici di sempre, Beppe e Mauri, dai quali deve tristemente separarsi, per poi rivederli solo ogni quindici giorni, quando sarà dal padre. Lascia il suo quartiere, lascia il campo del Neruda, lascia la vita operaia per andare in un posto diverso, più borghese, l’esatto contrario di quello che vuole essere e diventare. Lascia il quartiere dove l’unico poliziotto, l’ispettore della Digos Vincenzo Starace, combatte col suo vizio del gioco, rimanendo imbrigliato nei debiti della mala organizzata, debiti troppo grandi per lui che è un semplice dipendente dello Stato. Cosa si deve fare per vivere con i propri demoni. Ognuno prova a modo suo a sopravvivere in una città piena di contraddizioni, Torino. Tutti inconsapevolmente stanno andando incontro al loro 11 luglio 1982: nel pomeriggio c’è, proprio a Torino, il concerto dei Rolling Stones, mentre la sera inaspettatamente l’Italia di Bearzot si gioca la finale dei mondiali di calcio a Madrid. Una data iconica, ma non lo sanno, dopo la quale nulla sarà più come prima…

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