Sapere, di Alessandro Carrera [Il Mulino 2022]

Il cuore del sapere umano è l’analogia, cioè approdare ad una valutazione basata su è come e non meno di o più di. Per questo troviamo lo stesso identico grado di complessità e la stessa stratificazione culturale in Johan Sebastian Bach e la musica folk americana.

Il sapere dunque è l’acquisizione consapevole che un prodotto umano, sia esso un pensiero, una musica, una poesia non ha bisogno di essere catalogato, ma scavato, compreso, connesso. Si tratta di una lacerazione che deve permetterci di mettere sempre tutto in discussione, nello sforzo a volte disumano di cercare e magari trovare le connessioni fra letture di uno stesso evento e/o prodotto. Si tratta di un percorso che non ammette pregiudizi, ma la pazienza di intrecciare più segni per cercarne le affinità e le divergenze. Non è quindi un’operazione di catalogo, ma una lettura attenta delle sfumature che partendo anche da un episodio autobiografico permetta di trarne anche elementi universali, o semplicemente comuni, nella forma e nella sostanza. Si tratta di astenersi da ogni tipo di giudizio classificatorio per apprezzare, anche da un punto di vista estetico, ogni manifestazione dell’essere umano come segno contemporaneamente di quel momento, di cui ne sintetizza la complessità, e dell’eterno, di cui ne replica le tracce…

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