Esilio e letteratura – Julio Cortázar e Liliana Heker [De Piante 2021]

Considerarsi un povero esule disperso nel mondo è troppo: Liliana Heker, fondatrice di diverse riviste semiclandestine pubblicate a Buenos Aires e distribuite soprattutto nell’ambiente accademico anche internazionale, sbotta e replica allo scrittore sprovveduto che, da lidi lontani, si ritiene una vittima del regime argentino, costretto all’esilio ed impossibilitato ad esprimersi liberamente in patria.

Liliana spiega allora allo sprovveduto che gli scrittori residenti in Argentina sono tutti i giorni messi in condizioni di difficoltà e costretti a venire a patti con gli squadroni della morte, i peronisti, i generali, i torturatori. La vita in patria è pericolosa: non è possibile esprimere il proprio pensiero, la propria creatività, perché ci sono regole da rispettare e valori da non calpestare. Chi scrive rischia ogni giorno la vita, la sua e quella dei propri cari. Per questo Liliana, giovane scrittrice, non resiste alle parole di un ben più stagionato romanziere ed intellettuale argentino che, lontano dal clima di terrore di Buenos Aires, rivendica la sua ribellione e la sua rivoluzione contro un potere che sopprime ogni libertà. L’arte è proprio realizzare se stessi quando tutti vorrebbero sottometterti ad un pensiero unico: troppo facile parlare di esilio quando si è scelti di vivere il dramma del proprio popolo da spettatore comodamente seduto in un Paese lontano. Ma con chi sta polemizzando Liliana? Con Julio Cortázar!

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