Alberto Arbasino aveva detto dei romanzi di Ivy Compton-Burnett che sono tutte sfaccettature di un’unica grande narrazione. Anche se questo – uscito per la prima volta nel 1935 – più che un romanzo, è un testo teatrale: il dialogo, a volte anche in modo molesto, occupa gran parte della narrazione, l’assorbe e la sovrasta.
il romanzo di Fëdor Sologub, scritto fra il 1892 ed il 1902, ma comparso soltanto nel 1905, è probabilmente uno dei migliori prodotti della letteratura russa dell’inizio del ‘900: ironico, profondo, dissacrante, ma allo stesso tempo capace di frugando a fondo senza tregua e senza nessun compromesso.
È un grande affresco, che si rompe e si ricompone in una polifonia di voci scandite, come in uno spettacolo teatrale, dai cambi di scena di questa bella commedia in tre atti: la Pace, la Guerra e l’Universo, un salto in avanti fino al 2008 con cui si riannodano i fili del lungo “secolo breve” russo.