Magnificat, di Sonia Aggio [Fazi editore, 2022]

Inverno del 1951. Da settimane il cielo è nuvoloso, anche se le piogge quotidiane non hanno mai destato particolari preoccupazioni. Il Po ha rotto gli argini ed una massa di acqua grigia travolge le golene e penetra nei campi, fino alle case.

Nilde è stanca e stordita: da qualche mese sua cugina Norma è cambiata, ha smesso di condividere con lei ogni istante di quotidianità da quando vivono assieme, dopo la morte dei genitori nel bombardamento del 1944. Norma è cambiata come il tempo: si è fatta scostante, sfugge alle domande della cugina, si è allontanata e infastidita si è rifugiata proprio lungo gli argini del Po. Non vuole più vederla, sembra nascondere un segreto che non vuole assolutamente condividere con Nilde. Nel frattempo succedono fatti strani e preoccupanti, come il rinvenimento del corpo esanime di una ragazza scomparsa da qualche giorno. Cosa c’entra Norma? Sono di quella ragazza le macchie di sangue che imbrattavano il suo vestito? Non erano dunque le tracce di una caduta come raccontava Norma per sviare la cugina? Per fortuna c’è Domenico, il figlio di Gigliola, che, preoccupato, scuote Nilde dal suo torpore e la porta in salvo su un camion, ma Nilde insiste e vuole rivedere Norma, la deve salvare: fanno una deviazione, la vedono, prova a parlarle, ma non c’è tempo, l’acqua avanza e ricopre Canaro, Polesella e tutte le campagne intorno. Bisogna andare. Con notevoli sforzi, il camion riprende la sua strada e porta Nilde verso Rovigo. Domenico la lascia da sua cugina, per tornare indietro a cercare Gigliola e salvare il salvabile. Cosa sta succedendo? Della sua precedente vita a Nilde non resta che un quadretto del Magnificat di Botticelli: sola, è travolta da mille paure e mille dubbi, tutto è cambiato, spazzato via dalle acque gonfie del Po, quelle stesse acque che le stanno nascondendo un segreto che vuole disvelare…

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