Quando il treno apre le sue porte, il ragazzino è incerto nel riconoscere la donna che gli si presenta davanti agli occhi. Ricordava una folta capigliatura ed una pelle liscia, adesso vede soltanto le crepe del tempo, un incarnato pallido, il viso gonfio ed un taglio di capelli canuti e corti che gli impediscono di rivedere la sua amata madre.
Ha timore, ma è stato educato in un orfanotrofio perbene e non può che abbracciare quella donna, anche se fatica a chiamarla madre. Si nasconde ancora nell’ombra del suo accompagnatore, mentre vede scendere dal treno ombre di uomini e donne che hanno lasciato Kolyma, Inta, Perm’, Kengir e adesso stanno rientrando alla loro vita, mai più normale. La donna capisce lo straniamento, non è facile resistere indenni a sette anni di gulag e provare a tornare ai propri affetti senza sapere di essersi trasformata in una strega. Julian, questo il nome del ragazzino, si offre di prendere il bagaglio, ma la donna, Florence, si ritrae e con un sorriso tirato chiarisce che sta per ripartire, deve andare a Mosca a sistemare qualche affare burocratico, ma per Natale conta di tornare a prenderlo, stavolta per sempre. Strana vita quella di Florence, iniziata a New York e proseguita su una nave sul fiume Hudson, pronta a lasciare Ellis Island per portarla in Russia alla ricerca della vita. Strana vita quella di chi non sa ancora qual è la sua Patria, eppure sente già di amarla…
Continua a leggere su Mangialibri
Sei d’accordo con quello che ho scritto? Lo trovi interessante? Hai idee diverse? Condividile commentando qui sotto. Grazie
Resta aggiornato.
Hai mai pensato di iscriverti alla mia newsletter?