Il libro era stato scritto nel 2020, ma l’aggiornamento fino alle vicende ucraine lo rende ancora più attuale non nel senso dei fatti raccontati, ma delle riflessioni elaborate che in molti casi assumono la nettezza di un classico sociologico.
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La Russia di Putin, di Anna Politovskaja [Adelphi 2022]
Adelphi ripropone oggi, nel 2022, in piena guerra d’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, in edizione economica, un saggio di più di quindici anni fa, che mantiene intatta tutta la sua attualità ed aiuta, più di mille immagini, a capire tutta la corruzione che strazia la sua amata patria.
Il pacifismo attivo e la Costituzione
Putin è un feroce despota che governa col consenso di un’oligarchia economica potente e radicata in tutto il mondo, grazie alla complicità dello stesso mondo occidentale che con il presidente russo ha fatto e fa ancora affari: Putin è il frutto della fine della guerra fredda, del sovvertimento del regime comunista travolto in Russia, come in tutti i paesi dell’ex URSS e dei Balcani, dell’utopia immaginifica quanto letale e fallimentare del capitalismo occidentale.
Denazifichiamo il mondo ed il paradosso Israele
Il conflitto infuria in Ucraina, fra dichiarazioni paradossali che ignorano le vite umane. Il mondo va denazificato: bisogna chiudere chiudere la parentesi NATO e mettersi alle spalle Yalta per ripartire da processi di crescita collettiva e solidale che pensino alle persone, ai popoli tutti.
Esportare la democrazia made in Usa? No, grazie!
La manfrina di “esportiamo la democrazia” dovrebbe agli occhi di tutti essere etichettata come una ridicola ed ipocrita solfa propagandistica che nasconde invece tutti i limiti dello stato sociale USA.
Nulla di nuovo dal fronte orientale
Terminata dunque la retorica narrazione che vuole Putin un cattivone despota (e in parte lo è) e la Nato garante degli interessi comuni (e sicuramente non lo è), con buona pace degli ucraini si arriverà ad una soluzione con inutili sanzioni che avrà avuto soltanto il merito di ridisegnare gli equilibri dal Caucaso in poi.
Il futuro è storia, di Masha Gessen [Sellerio, 2019]
Sono la prima vera generazione post-sovietica, sono nate durante la perestrojka e sono vissute negli anni ’90, per questo sentono naturale il peso dell’impegno politico.
Assedio all’Occidente, di Maurizio Molinari [La nave di Teseo, 2019]
Il saggio è il frutto di lunghi anni da corrispondente a Bruxelles, New York, Gerusalemme, l’Oriente, i Balcani e l’Africa. Scritto in forma piana e schematica, raccoglie riflessioni ed opinioni che si intrecciano in un complicato reticolo di fatti, tutti connessi fra di loro.