Nella delicata partita a scacchi fra Russia e Stati Uniti/NATO c’è in ballo molto di più che l’Ucraina, ma il controllo del gas e, politicamente, l’affermazione di un blocco (quello Nato) sull’altro (quello orientale, con la Russia in prima linea). La Cina in tutto questo si tiene defilata, almeno apparentemente, considerato che i suoi interessi sono già ben radicati in tutto il Mondo e sono di natura economica, l’unica che conta!
Il fallimento diplomatico della telefonata di ieri fra Vladimir Putin e Joe Biden era scontato, anche perché il leader americano si è presentato con un “prendere o lasciare” che Putin ha rispedito al mittente. L’idea, senza contropartita, che la Russia rinunci a fare pressioni sul confine ucraino, in risposta alle mire espansionistiche dalla NATO, era ed è paradossale, e soprattutto dimostra la povertà politica del leader americano, sempre più confuso e in ribasso nei sondaggi (al di sotto del 40%).
Biden è stata una scelta pessima, certamente: il fronte contro l’eterna rivale Russia dovrebbe tenere buona la lobby delle armi e soprattutto il veteropatriottismo americano.
Da parte sua l’America non ha neanche un chiaro modello politico e morale da imporre, come dimostra anche il recente boicottaggio dei giochi olimpici invernali a Pechino, segno di protesta contro il governo cinese reo di calpestare i diritti umani degli uiguri. Non è credibile!
La manfrina di “esportiamo la democrazia” dovrebbe agli occhi di tutti essere etichettata come una ridicola ed ipocrita solfa propagandistica che nasconde invece tutti i limiti dello stato sociale USA.
Se Putin e Xi Jinping sono a modo loro dei dittatori, ma sarebbe meglio dire dei “despota”, come del resto Erdogan, per il modo con cui è zittata l’opposizione interna, sarebbe bene ricordare quali sono i vantaggi del ‘sistema democratico’ statunitense:
- il movimento di Black Lives Matter nasce proprio in opposizione alla violenza della polizia ‘bianca’ nei confronti dei cittadini afroamericani (cosiddetti ‘neri’): l’evoluta nazione americana non ha ancora superato quel piccolo problema che si chiama razzismo e che coinvolge tutti quelli che non sono bianchi!
- l’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021 ha messo a nudo la rabbia della corrente suprematista bianca legata a Donald Trump, non certo un bell’esempio di democrazia
- lo stato sociale (nella fattispecie l’assistenza sociale e medica essenziale di base) è rivolta solo a chi è in grado di pagarsi l’assicurazione
- le scuole statali sono appannaggio dei poveri, perché i ricchi vanno nei college privati (dove vige la selezione per merito … conto in banca!)
Questo solo per prendere in considerazione i principali problemi democratici che affliggono gli States … e che se ci si pensa riguardano anche l’Italia (pensiamo alla repressione in occasione delle manifestazioni dei no-vax strumentalmente lasciate in pasto a fronde neofasciste per creare il pretesto a giustificare l’uso della violenza), pensiamo alla sudditanza nei confronti dell’Egitto per ragioni economiche (ci indigniamo per Zaki, ma continuiamo a vendere armi al regime egiziano), pensiamo alla sanità ed alla scuola pubblica (lasciate in mano ai privati!) e parte dell’Europa.
È davvero Putin il cattivo? È questo il modello di democrazia che intendiamo esportare?
Di fondo c’è anche un insegnamento della storia: alla democrazia si arriva attraverso profondi stravolgimenti sociali interni ad un Paese, attraverso l’acquisizione della coscienza della necessità di un sistema democratico, non per imposizione dello spirito Santo (USA).
Infine: ma abbiamo davvero ancora bisogno della NATO, retaggio della seconda guerra mondiale? Se sì, e se quello è il modello che la NATO porta dietro (guerre di posizionamento e controllo territoriale attraverso le basi militari), allora abbiamo bisogno anche della Russia, della Cina e del Gruppo di Visegrad.
La strada verso la democrazia è lunga a venire.
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