Giorgiana Masi – Indagine su un mistero italiano, di Concetto Vecchio [Feltrinelli 2017]

Il 12 Maggio 1977, nell’anniversario della vittoria referendaria sul divorzio, Marco Pannella, leader del Partito Radicale, alle quattro del pomeriggio fa un lungo discorso in Parlamento annunciando che quel pomeriggio stesso i radicali avrebbero sfidato i divieti imposti dall’allora Ministro dell’Interno, Francesco Cossiga, manifestando con una raccolta firme, pacifica, a Piazza Navona per celebrare il “referendum contro il regime”.

È una manifestazione non autorizzata perché da settimane l’Italia tutta è percorsa dalla paura degli attentati terroristici che già avevano portato parecchie morti e feriti. La piazza è militarizzata, blindata dalla polizia: i presenti non possono che protestare con altrettanta veemenza di fronte a quella che sentono come una violazione dei loro diritti. La tensione cresce alle stelle, gli scontri presto da verbali diventano fisici: ci sono scambi di cortesie che vedono spesso i cittadini malmenati dalla polizia: gli stessi parlamentari radicali che si oppongono a quest’atto di forza finiscono sotto il manganello inflessibile delle forze dell’ordine. Nel suo discorso Pannella denuncia lo Stato violento, chiedendo al Questore di Roma ed allo stesso Ministro Cossiga, di abbassare i toni, di permettere la manifestazione, perché poteva scapparci il morto e quelli che ne avrebbero celebrato le esequie sarebbero stati proprio i mandanti. Alle 20, quando oramai tutto stava finendo, Giorgiana Masi, una studentessa romana di 19 anni, muore colpita da un proiettile scoccato alle sue spalle: e dietro di lei c’è solo la polizia…

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