Fact checking sull’ultima intervista a Patrizio Bianchi

Anche oggi, dato che siamo in campagna elettorale, interviene su Il Sole 24 ore il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi (PD) in difesa del suo operato sul tema “reclutamento”. Proviamo però ad analizzare i numeri, perché qualcosa non mi torna.

  1. “dopo i 60 mila dell’anno scorso, stiamo assumendo i nuovi docenti previsti per quest’anno”. Vero, l’anno scorso sono stati assunti circa 60 mila docenti, anche se bisogna specificare che 11 mila con contratto a tempo determinato (vedi la tabella). Ma qual era la capacità di immissione in ruolo autorizzata dal MEF? Le 57mila assunzioni sono state fatte su un contingente di 113 mila posti (tralasciamo il ritardo cronico legato ad alcune procedure concorsuali, alcune peraltro ancora non chiuse)! Dunque le procedure hanno garantito poco più del 50% delle assunzioni, lasciando scoperti ben 55mila posti (questo il ministro non lo dice). Pare che sia questo l’esito anche quest’anno. Il nervo scoperto è costituito dai posti della secondaria di primo e secondo grado e in particolare sui posti di sostegno (vedi sempre la tabella): su queste classi di concorso si paga una incapacità di programmazione, ormai cronica, che anziché essere affrontata in modo serio è superata con il bando di nuovi strabilianti concorsi … e veniamo al secondo punto.
  2. “con le nuove procedure concorsuali, che richiedono prove annuali, avremo la possibilità di disporre di docenti giovani e stabili.” Il percorso concosuale non è così lineare e semplice come descritto dal Ministro Bianchi e soprattutto, giustamente, è aperto anche agli attuali precari ai quali, ancora una volta, il Ministro ed il governo non hanno rivolto nessuna attenzione, convinti che vadano rapidamente rottamati, magari escludendoli, magari perché non sono capaci (in base a cosa, chi lo sa). Peraltro entrerà a regime, dopo una fase transitoria, soltanto fra un triennio.
  3. Sono tanti 150 mila supplenti? “Il loro numero va commisurato all’intero organico docente, che si attesta a 800mila insegnanti, fra posti comuni e di sostegno, e comprende anche una quota fisiologica dovuta ad assenze, distacchi e comandi presso altre amministrazioni.” Bene, commisuriamolo questo numero: 150mila supplenti su un organico di 800mila corrisponde a circa il 20% (a spanne il 18,75%). Non mi pare normale avere una precarietà al 20%. Le assenze per comandi, distacchi etc. corrisponde, nella migliore delle ipotesi, a 1000, massimo 2ooo, posti (commisuriamo anche questi: lo 0,25% dei posti disponibili), mettendo dentro i distacchi sindacali (400 in totale per tutto il comparto Istruzione e Ricerca), il personale all’estero (674 posti), i comandati (300 circa compresi quelli per l’attuazione del PNRR). Non è certo qui il problema, ma resta sempre nel sistema di reclutamento e nell’inefficace politica di reclutamento, di cui al punto 1.
  4. “Con le nuove procedure approvate dal Parlamento, il Pnrr ci chiede di assumere 70mila docenti entro il 2024”. Vorrei capire quali sono queste procedure, mi mancano. Le uniche attuazioni viste quest’anno riguardano l’insegnamento di educazione motoria alla primaria (2500 posti) e 8000 posti/spezzoni per lo sdoppiamento delle classi, operazione ridicola ed impossibile, soprattutto se si parla della secondaria di primo e secondo grado che conta circa 200.000 classi (dati MI): si tratta di posti ricavati da presunti esuberi, ed ecco spiegato quindi perché fino al 2025/26 abbiamo mantenuto lo stesso organico docenti). Non capisco se questi 70mila sono aggiuntivi rispetto agli 800mila o se si tratta di rimodulazioni di organico …

Mi fermo qui, ma questo capolavoro di manipolazione dei numeri è notevole, soprattutto in campagna elettorale.


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