La filosofia del “whatever” ed il colore dei soldi

Mi auguro che chiunque avrà il privilegio di guidare il Paese saprà preservare lo spirito repubblicano che ha animato dall’inizio il nostro esecutivo. Sono convinto che il prossimo governo, qualunque sia il suo colore politico, riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili. L’Italia ce la farà anche questa volta.
(Mario Draghi)

Il presidente del consiglio uscente, Mario Draghi, ha dimostrato ancora una volta che il colore dei soldi è al di sopra di ogni valore morale: gli è del tutto indifferente sapere se saremo travolti da un’ondata malpancista di fascio-leghisti, o di neoliberali arrapati dall’idea dell’autonomia differenziata spinta.
Draghi ha smascherato ancora una volta, per i più tonti, il suo vero compito e la sua vera vocazione, quella cioè di portare avanti gli interessi delle lobby monetarie, delle banche e del mercato.
Questa la sua eredità di 20 mesi di governo.
Avere un governo ed una maggioranza “neri” o un governo ed una maggioranza “rossi” non è e non può essere indifferente perché in gioco c’è il destino della nostra democrazia.


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