L’Italia unita nel Risorgimento?

Un passaggio interessante di cancel culture nel discorso programmatico della Presidentessa del Consiglio, Giorgia Meloni, merita una riflessione (su altri tornerò sicuramente):
“lo dobbiamo all’Italia, che il 17 marzo di 161 anni fa è stata unificata dai giovani eroi del Risorgimento e oggi, come allora, è dall’entusiasmo e dal coraggio dei suoi giovani che può essere risollevata.”

Si tratta di un passaggio estrapolato dalla porzione di relazione programmatica relativa all’importanza della Scuola, della formazione, della sicurezza nell’alternanza scuola-lavoro, la sicurezza, etc.
Un grande minestrone insomma di frasi fatte che avrebbe potuto anodinamente fare qualunque tipo di politico, ma il lapsus destrorso è in agguato: il richiamo legittimo all’importanza del Risorgimento per l’Unità dell’Italia (dal 1821 al 1866-70) è indubbiamente importante, ma segna l’inizio dell’Italia monarchica, guidata dai Savoia, gli stessi che hanno abdicato, senza colpo ferire, il controllo del Paese allo squadrismo fascista.
I giovani eroi del Risorgimento volevano infatti l’Italia unita sotto il controllo della casa sabauda, non della democrazia popolare.
L’Unità dell’Italia repubblicana, quella che viviamo oggi, è frutto della RESISTENZA, della lotta dei partigiani, dell’opposizione socialista e comunista alla dittatura fascista che ci ha fatto piombare negli anni bui delle leggi razziali (ricordate e condannate da Giorgia Meloni) e della guerra civile contro i repubblichini ‘fascisti’ di Salò che sostenevano la ritirata tedesca.

Troppo comodo saltare la fase della Costituente antifascista, troppo comodo ignorare che le liberà di oggi sono frutto della lotta di quegli anni di opposizione sanguinosa allo squadrismo fascista.

Meloni ha fatto un bel discorso populista e conservatore, proprio di una politica navigata da 30 anni di esperienza prima missina, poi forzitaliota, poi decisamente più orientata a ideali neofascisti.

Non si tratta di un lapsus, ma di un programmatico inizio di cancel culture che ci porterà inevitabilmente ad un bivio: sarà ancora importante ricordare e celebrare il 25 aprile?

Nostro compito è continuare a ricordare non solo l’importanza della resistenza al regime dittatoriale del fascismo, ma anche che Giorgia Meloni -per quanto si imbelletti e cerchi di sembrare moderata- proverà a dare vita ad un sistema di riscrittura dei nostri valori fondanti e costituenti.


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