Provo a spiegarlo in modo semplice, ma spero chiaro ed efficace.
Prendiamo un ottimo pilota di macchine e diamogli un’utilitaria.
Io invece prendo una Ferrari.
Secondo voi chi vince la gara?
Ecco, questa è una delle sfaccettature del merito (l’altra è la meritocrazia).
Giorgia Meloni, in qualità di Presidente del Consiglio, nella replica al suo discorso alla Camera, prima della fiducia, ha voluto chiarire un passaggio sul ‘merito’:
Uguaglianza e merito non sono uno avversario dell’altro, sono uno fratello dell’altro, l’uguaglianza va garantita nel punto di partenza, tutti devono avere le stesse possibilità, tutti sulla stessa linea di partenza, ma non tutti sulla stessa linea di arrivo.
Non è proprio così per l’istruzione, perché si nasconde qui un discrimine classista che vuole distinguere e selezionare i discenti.
Cosa vuol dire che non tutti devono essere sulla stessa linea di arrivo?
Che qualcuno, che non risponde ad alcuni requisiti (quelli del “capitale umano”, per esempio), sarà inevitabilmente dirottato nel suo percorso di apprendimento da qualche parte diversa rispetto agli altri. Questo è l’orientamento?
E qui c’è il discorso che prevede anche il neoministro dell’Istruzione e del Merito che nel suo pamphlet scritto a quattro mani con Alessandro Amadori (È l’Italia che vogliamo, Piemme 2022), riesumando la riforma Moratti di Giuseppe Bertagna, prevede percorsi ad personam per valorizzare i talenti.
Messa così suona anche bene, ma insita c’è un’idea etica dello Stato e dell’Istruzione che è molto pericolosa.
APPROFONDIMENTI
[icon name=”arrow-up-right-from-square” prefix=”fas”] L’inganno meritocrazia
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Sarebbe bene abbandonare l’idea di “merito” se non abbiamo chiaro che il presupposto di base è eliminare le disuguaglianze di partenza e l’obiettivo ultimo non è selezionare un gruppo dirigente attraverso l’adesione ad una serie di nozioni, ma far crescere i futuri cittadini fornendo loro gli strumenti critici per leggere la realtà.
Non si possono abbandonare gli studenti ai loro talenti da valorizzare, bisogna definire prima uno sfondo di valori, obiettivi, metodi di lavoro da condividere con loro perché rappresentano l’obiettivo finale di una formazione, di una crescita.
La Scuola non seleziona, forma.
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