Sarebbe bene abbandonare l’idea di “merito” se non abbiamo chiaro che il presupposto di base è eliminare le disuguaglianze di partenza e l’obiettivo ultimo non è selezionare un gruppo dirigente attraverso l’adesione ad una serie di nozioni, ma far crescere i futuri cittadini fornendo loro gli strumenti critici per leggere la realtà.
Possiamo con certezza affermare che se la meritocrazia in sé è giusta, e nessuno fra i tanti autori di una sterminata bibliografia sull’argomento afferma il contrario, la società meritocratica non è giusta, perché divide, non coltiva la crescita collettiva, aumenta le disuguaglianze, cristallizza i privilegi di alcuni, perché crea competizione ad armi impari.
Sergio Lepri, filosofo e saggista, ma anche uomo politico, è scomparso a Roma a 102 anni. Rileggiamo un suo intervento sull’importanza della nostra Costituzione.
Abbiamo tanto parlato di disuguaglianza/disugualianze, ci siamo molto indignati, poi però fatichiamo ad accettare che un riallineamento avviene con l’applicazione di un concetto molto semplice: chi ha di più deve dare di più.
La ricerca ISTAT evidenzia ulteriori aspetti della povertà educativa. Secondo la FLC CGIL, si conferma la necessità di investire in istruzione.