Lutto, di Edgardo Scott [Arkadia 2021]

La pausa pranzo è il momento preferito di Chiche, perché può dedicarsi alla bicicletta: verso le undici comincia a rimettere dentro al negozio gli elettrodomestici pesanti e lascia che la moglie si occupi del negozio fino alla chiusura del mattino, a mezzogiorno.

In quelle due ore può inforcare i pedali della sua bicicletta e rilassarsi pedalando per qualche chilometro fino al velodromo di Parque Roca o giù di lì, qualche giorno più in là altri giorni prima. Rientrato, dopo la doccia e dopo il pranzo, rispettando la tradizionale siesta argentina, può riaprire il negozio con calma e arrivare fino a sera. Tutti i giorni così, ma quel giorno, un maledettissimo giorno qualunque, ha sentito un fastidioso strappo muscolare ed è rientrato prima. All’inizio non capisce perché la moglie, che qualche istante prima era intenta a leggere i giornali, almeno così gli era sembrato, è spaventata. Poi finalmente riesce a mettere a fuoco: due tizi la stanno minacciando con un’arma, è in atto una rapina che non sembra mettersi bene. Chiche corre in casa, proprio sopra il negozio, ed afferra la Glock che custodisce nel comodino: è carica. Può scendere di nuovo, appostarsi e difendere la moglie: apre il fuoco, colpisce uno dei due tizi, che resta stecchito per terra. L’altro lo vede, ha paura e sembra voler uscire, ma indietreggiando tira fuori un’altra pistola e spara: due colpi raggiungono la donna, uno al braccio e l’altro al torace. Chiche continua a sparare, l’uomo grassoccio scappa. Chiche può adesso avvicinarsi alla donna, che però sta esalando l’ultimo respiro…

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