Il punto sui vaccini

Autorizzati, in via di autorizzazione e in corso di esame: a che punto sono i vaccini contro il covid-19 disponibili nel mondo, elencati da Fred Tanneau, di Sciences et Avenir.

Autorizzati

  • Pfizer/Biontech : venduto con il nome commerciale Comirnaty, questo vaccino è autorizzato nell’Unione europea, negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito e in numerosi altri paesi europei. Sviluppato dall’azienda farmaceutica statunitense Pfizer e dal laboratorio tedesco Biontech, si basa sulla tecnologia dell’Rna messaggero e mostra un tasso di efficacia del 95 per cento.
  • Moderna: altro vaccino a Rna messaggero, ha caratteristiche simili a quello precedente, con il 94,1 per cento di efficacia. È autorizzato nell’Unione europea, in Nordamerica, nel Regno Unito (dove non è ancora disponibile) e in altri paesi come Israele e Singapore.
  • AstraZeneca/Oxford: sviluppato dall’università britannica di Oxford e dal laboratorio britannico svedese AstraZeneca, questo vaccino usa la tecnologia del vettore virale. Questa tecnica, “utilizza un virus per portare all’interno della cellula un ‘pezzo’ dell’agente patogeno di cui deve prevenire l’infezione. Nel caso di quello messo a punto da AstraZeneca e approvato dalle autorità europee il vettore è una versione indebolita dell’adenovirus dello scimpanzé”. È autorizzato nell’Unione europea, nel Regno Unito e in altri paesi meno ricchi, come l’India (dove è prodotto su licenza dai laboratori del Serum institute ed è venduto con il nome Covishield). Secondo l’agenzia europea del farmaco (Ema) ha un’efficacia del 60 per cento, è molto meno caro ed è più facile da conservare di quelli a Rna messaggero.
  • Sputnik V: sviluppato dai laboratori russi Gamaleya, è un vaccino a vettore virale, e ha un’efficacia dichiarata del 91,6 per cento. Oltre che in Russia, è autorizzato in una quindicina di paesi tra cui Bielorussia, Armenia, Venezuela, Iran, Corea del Sud, Argentina e Algeria, e dal 19 febbraio la Repubblica di San Marino. L’azienda russa ha presentato all’Ema una richiesta di parere scientifico, ma la procedura di esame dei suoi dati, tappa precedente a una domanda formale di autorizzazione, non è ancora avviata. Nell’Unione europea, tuttavia, l’Ungheria l’ha approvato autonomamente.
  • Sinopharm: l’azienda cinese ha sviluppato due farmaci con virus inattivato (prodotti usando virus o batteri uccisi tramite esposizione al calore oppure con sostanze chimiche); quello attualmente più diffuso in diversi paesi è il Bbibp-CorV, ed è approvato in Cina, negli Emirati Arabi Uniti, in Ungheria (unico paese dell’Unione europea), in Perù, in Cambogia e nello Zimbabwe. I responsabili dell’azienda dichiarano un’efficacia del 79 per cento, tuttavia i dati su cui si basa quest’affermazione non sono stati resi pubblici.
  • Sinovac: quello chiamato Coronavac è un altro vaccino basato su un virus inattivato, autorizzato in Cina, in Cile, in Brasile e in Turchia. L’Ucraina e l’Uruguay sono in attesa delle dosi ordinate. Secondo la Sinovac, i test sulla sua efficacia condotti in Brasile dimostrerebbero una capacità del 50 per cento di contrastare globalmente la malattia (e dell’80 per cento contro le forme più gravi), ma anche in questo caso i dati non sono stati pubblicati.
  • Johnson & Johnson: il Sudafrica è stato il primo paese ad autorizzare, il 17 febbraio, il farmaco statunitense prodotto dalla filiale Janssen-Cilag, preferendolo a quello dell’AstraZeneca, scelto inizialmente ma giudicato meno efficace nel contrastare la variante prevalente nel paese. L’azienda ha presentato richiesta di autorizzazione in Europa all’Ema e negli Stati Uniti alla Food and drug administration. Il vaccino, a vettore virale, secondo i responsabili dell’azienda, mostra un’efficacia globale del 66 per cento e dell’80 per cento contro le forme più gravi della malattia. Diversamente dagli altri, richiede solo un’iniezione e non due.
  • Bharat Biotech: questo vaccino indiano con virus inattivato è usato in India, come il Covishield.
  • CanSino: insieme al Coronavac questo vaccino cinese a vettore virale è stato autorizzato in Messico, dove non è ancora stato somministrato.

In corso di autorizzazione

  • Novavax: questo vaccino statunitense è attualmente all’esame dell’Agenzia europea del farmaco. Si tratta di un vaccino ottenuto mediante una modifica genetica dei filamenti della proteina spike, che una volta iniettata induce la risposta immunitaria. I suoi produttori affermano che abbia un’efficacia dell’89,3 per cento.
  • CureVac: è un vaccino tedesco a Rna messaggero, anch’esso in corso d’esame presso l’Ema.

In futuro
In totale, tra autorizzati e in attesa di autorizzazione, sono 69 i vaccini contro il covid-19 in sperimentazione su esseri umani, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. Altri 181 vaccini sono nello stadio preclinico e non è ancora cominciata la loro fase di sperimentazione su esseri umani.

  • Sul piano delle azioni internazionali per l’accesso ai vaccini, i paesi membri del G7 hanno dichiarato che investiranno altri sette miliardi di dollari per finanziare la distribuzione del vaccino contro il nuovo coronavirus nei paesi più poveri. Il Regno Unito ha promesso di condividere le sue dosi in surplus, mentre la Commissione europea ha portato a un miliardo di euro il contributo all’iniziativa Covax. Le disuguaglianze, comunque, persistono nello stesso continente europeo: non è stata infatti ancora inoculata alcuna dose in Kosovo, Montenegro e Bosnia, mentre in Albania e in Macedonia del Nord le vaccinazioni sono appena cominciate.
  • Negli Stati Uniti sono morte quasi cinquecentomila persone dall’inizio della pandemia, più del totale degli statunitensi morti durante le due guerre mondiali e la guerra del Vietnam.
  • A dieci mesi dalla prima indagine commissionata dal centro di ricerche di scienze politiche a Parigi (Cevipof) sullo stato d’animo dei cittadini in particolare per quanto riguarda la gestione della pandemia, in FranciaGermaniaRegno Unito e Italia, “il barometro della fiducia politica”, scrive Matthieu Goar su Le Monde, “parla di una grande fatica in tutti i paesi, ma anche di una capacità diffusa di resilienza. Sempre più critici nei confronti dei governi e molto preoccupati per le conseguenze economiche, gli intervistati si affidano alla speranza dei vaccini. E su ognuno di questi temi”, osserva il giornalista, “il sentimento di diffidenza è più forte in Francia che negli altri paesi”.
  • La Russia ha registrato 12.604 nuovi casi e 337 decessi il 21 febbraio. Il totale nel paese è arrivato a 4.177.330 contagi e a 83.630 morti.
  • I casi di covid-19 stanno aumentando in alcune aree dell’India dopo mesi di costante declino al livello nazionale, spingendo le autorità a imporre nuovi confinamenti e altre restrizioni, mentre procedono i lavori di sequenziamento delle varianti. Il picco è stato più pronunciato nello stato occidentale del Maharashtra, dove sono stati rilevati circa settemila casi il 21 febbraio, quasi la metà degli oltre 14mila casi confermati il 22 febbraio in India. La media settimanale dei contagi è quasi raddoppiata a 5.229 nello stato nelle ultime due settimane e la maggior parte dei casi si è concentrata in poche aree, compresa la capitale finanziaria dell’India, Mumbai. Altri aumenti dei casi, anche se non così consistenti, sono stati segnalati nello stato del Punjab, nel nord dell’India, e negli stati centrali del Madhya Pradesh e del Chhattisgarh, mentre una squadra di funzionari sanitari federali ha raggiunto lo stato meridionale del Kerala, dove nell’ultimo mese ci sono stati tra i quattro e i cinquemila nuovi casi, più che negli altri stati indiani. Quanto alle cause di questo aumento, si ipotizza la presenza di una variante e non si esclude che l’allentamento delle restrizioni abbia esposto al virus più persone che in precedenza. Una ricerca finanziata dal governo ha suggerito che una versione più contagiosa del virus potrebbe essere in gioco in Kerala e gli sforzi per sequenziarne il genoma sono in corso.
  • Il gigante farmaceutico indiano Serum institute dovrà dare priorità alle forniture nazionali. L’ha annunciato su Twitter l’azienda, che produce su licenza gran parte dei vaccini dell’AstraZeneca, compresi quelli destinati al programma internazionale Covax.
  • Il premier britannico Boris Johnson indicherà il 22 febbraio le tappe per l’uscita graduale del Regno Unito dal confinamento. Secondo i giornali britannici dovrebbe essere annunciata la riapertura delle scuole di ogni ordine e grado dall’8 marzo e la ripresa delle attività sportive nel doposcuola; tra due settimane sarà consentita la socializzazione nei parchi e negli spazi pubblici con al massimo un’altra persona; dal 29 marzo si potranno incontrare fino a sei persone o due nuclei familiari nei parchi e nei giardini, riapriranno le palestre per le attività all’aperto, e riprenderanno gli allenamenti sia per gli adulti sia per bambini e ragazzi.
  • Il presidente della Tanzania John Magufuli ha finalmente riconosciuto che anche il suo paese è colpito dal covid-19, dopo aver negato per mesi l’esistenza del problema. Il 21 febbraio, Magufuli ha invitato i cittadini a prendere urgenti precauzioni e a indossare le mascherine, ma solo se prodotte localmente, rimanendo nel solco della sua diffidenza verso i prodotti esteri, compresi i vaccini.
  • Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres firma un editoriale sul quotidiano britannico The Guardian in cui avverte che il mondo “affronta una pandemia di violazioni dei diritti umani sulla scia del covid-19. Il nuovo coronavirus ha approfondito divari preesistenti, vulnerabilità e disuguaglianze e ha aperto nuove fratture, incluse le violazioni dei diritti umani. La pandemia ha portato alla luce le interconnessioni esistenti tra gli esseri umani e tra i loro diritti civili, culturali, economici, politici e sociali. Quando solo uno di questi è sotto attacco, tutti gli altri sono a rischio. Il virus ha prosperato perché la povertà, la discriminazione, la distruzione dell’ambiente naturale e altre violazioni dei diritti umani hanno creato enormi fragilità nelle nostre società. Le vite di centinaia di milioni di famiglie sono state sconvolte dalla perdita del lavoro, dall’indebitamento e dal forte calo dei redditi”.
  • Il 22 febbraio hanno riaperto scuole elementari e asili in dieci regioni in Germania, compresa quella di Berlino e del Nord Reno Westfalia, permettendo il rientro in aula a migliaia di bambini. La maggior parte delle scuole limiterà il numero di bambini presenti in classe alle elementari, è richiesto l’uso della mascherina e il ricambio di aria nelle stanze. In Germania è forte il timore che i contagi possano risalire: il 22 febbraio, il tasso di incidenza a sette giorni al livello nazionale è tornato a 61 casi ogni centomila persone, dopo essere sceso a quasi 50 nelle ultime settimane. Il piano del governo per una graduale riapertura dal 7 marzo prevede l’aumento del numero di persone che si possono incontrare, la riapertura delle scuole medie e superiori, e infine dei ristoranti, delle palestre e dei centri di cultura. Diverse regioni prevedono di offrire tamponi regolari al personale docente, e da marzo nel paese i test rapidi per il covid-19 dovrebbero diventare gratuiti per tutta la popolazione.

(Fonte: Internazionale)


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