La diagonale Alechin, Arthur Larrue [Neri Pozza 2022]

Seduto in quel bar di Lisbona, Aleksandr Alechin divora un pasto, naturalmente a base di baccalà, con il suo fido amico Francisco Lupi, trangugiando alcol e parole: si discute di Salazar, della dittatura, del Portogallo, ma anche delle grandi battaglie, dei francesi e dei tedeschi e di Napoleone.

Ecco, il mondo rientra tutto in una scacchiera di 64 caselle, neri e bianchi alternati, capaci di disegnare strategie oscure ai più. Lo scontro fra due popoli, fra due eserciti, è già scritto in quella scacchiera: basta aprire con e4, e rispondere con Cc6. L’ansia di attaccare il centro, sottovalutando le virtù della difesa in contrattacco. Solo Alechin conosce le possibili sfumature di una strategia, la sottile differenza fra la visione di una vittoria e la vittoria. Da poco è diventato il campione del mondo e sa che adesso è il bersaglio di tutti quegli invidiosi che vorranno farlo cadere dal suo trono: il re è accerchiato. Ma non per questo è finito: lo hanno chiamato per prestare servizio nell’esercito francese, ma sa già che non è destinato alla disfatta della sua seconda patria. Il regime gli requisisce beni ed averi, ancora una volta è costretto a riparare altrove, deve abbandonare la Francia, come ha fatto con la Russia bolscevica, per permettere al suo genio di sopravvivere ed esprimersi. Lisbona-Parigi non è un viaggio di sola andata e quindi chiede di poter tornare a Lisbona, magari in un bell’albergo dove poter preparare la prossima sfida, quella finale, quella che gli consegnerà l’eternità. L’eroe stanco è pronto a tornare per il finale di partita…

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