Nonostante le palesi difficoltà di una scuola abbandonata a se stessa e ad un Ministero burocrate, nessuna discussione sul sistema pubblico d’istruzione nei programmi elettorali dei vari partiti e partitini
Autore: massimiliano
2 agosto 1980: strage di Bologna
Quel giorno, alle 10 e 25, nella sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna, affollata di turisti e di persone in partenza o di ritorno dalle vacanze, un ordigno a tempo, contenuto in una valigia abbandonata, viene fatto esplodere causando il crollo dell’ala ovest dell’edificio. È il più grave atto terroristico avvenuto in Italia nel secondo dopoguerra: nell’attentato rimarranno uccise 85 persone, oltre 200 saranno i feriti
Le cicale, di Giosuè Carducci
Un coro di cicale fa da colonna sonora alle nostre giornate d’estate
Votare contro le destre? Non basta per un’agenda di sinistra
La retorica della costruzione del nemico può essere utile, ma non sufficiente ad un programma politico di sinistra, coesivo, riformista, progressista e a largo respiro.
Ripensare il reclutamento degli insegnanti? è possibile
Il sistema di reclutamento degli insegnanti va ripensato per valorizzare il lavoro d’aula. Servono più tirocini prima dei concorsi, come compiti di realtà.
Perché parliamo ancora di fascismo
Nonostante gli sforzi per storicizzarlo, consegnandolo al passato, questo termine non vuole restare nel novecento. Un secolo dopo la violenza squadrista, sono troppi quelli che in Italia rivendicano l’eredità del regime o ne usano il linguaggio per prendere voti
Una scimmia in inverno, di Antoine Blondin [Settecolori 2022]
Così poco conosciuto in Italia, Antoine Blondin ebbe grande successo in Francia tanto che della sua Scimmia uscì subito dopo la pubblicazione, del 1959, un adattamento cinematografico che aveva fra gli attori Jean Gabin, nel ruolo di Quentin, e Jean-Paul Belmondo, nel ruolo di Fouquet (siamo nel 1962)
Fascista è chi il fascista fa: e non può essere indifferente
Non si può sottovalutare o scindere l’apparentamento implicito ed esplicito di gruppi neo e veterofascisti al partito di FdI e a Giorgia Meloni. E’ un dato di fatto e deve essere il discrimine del voto
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L’inganno della meritocrazia
Possiamo con certezza affermare che se la meritocrazia in sé è giusta, e nessuno fra i tanti autori di una sterminata bibliografia sull’argomento afferma il contrario, la società meritocratica non è giusta, perché divide, non coltiva la crescita collettiva, aumenta le disuguaglianze, cristallizza i privilegi di alcuni, perché crea competizione ad armi impari.