Tempo variabile, di Jenny Offill [NN, 2020]

Con questo nuovo romanzo, Jenny Offill riesce a tradurre in forma sincopata e frammentaria tutte le paure e ansie della vita di una donna media, mamma, sorella e lavoratrice, con sogni, affetti ed aspettative. La donna, con il suo insostituibile ruolo sociale, fa da collante alle tessere di un puzzle che sembra esplodere con una straordinaria forza centrifuga, anche se un centro non c’è o se c’è non è lei.

La cattiva retorica dell’insegnante eroe e missionario

l’alternativa fra tutela dei docenti e tutela degli allievi è quanto di più falso esista. Vero è l’opposto: simul stabunt, simul cadent. L’insegnante-missionario, infatti, viene meno al dovere di essere innanzitutto un educatore alla cittadinanza, perché dimostra di non conoscere i propri diritti e di non saperli far rispettare. Si espone in fretta al burnout, all’esaurimento da stress, privandosi della lucidità e della calma necessarie per affrontare efficacemente ogni giorno le proprie classi.